Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Mercoledì 11 Dicembre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

Belcanto italiano, gli anni d'oro Da Gigli a Pertile

Applausi in Fondazione per le voci storiche del Novecento

Il secondo appuntamento del ciclo "Le voci storiche del Novecento", organizzato dagli Amici della Lirica presso la Fondazione di Piacenza e Vigevano, si è soffermato sulle voci di un'epoca d'oro del canto: quella che va dal 1925 al 1950 circa e che si contraddistingue per la ricchezza di interpreti presso tutte le scuole (italiana, tedesca, francese, slava e angloamericana). Gualerzi e Landini hanno diretto l'ascolto dell'auditorio affollato, inquadrando lo scorcio del novecento in programma come un periodo che se non offre sostanziali novità per quanto riguarda i repertori, è però gravido di frutti vocali, se si considera che volendo effettuare una rigida selezione si ottengono comunque almeno 150 voci da potersi classificare come grandi, nel senso che hanno calcato palcoscenici internazionali e inciso raggiungendo fama e altissimi livelli.
E' un periodo di grandi avvenimenti sia dal punto di vista artistico - tecnico (l'avvento del cinema sonoro) sia da quello economico e politico.
Con il cinema sonoro tante voci vengono catturate dal nuovo meccanismo di spettacolo e lo schermo si impadronisce di grandi tenori sia italiani (Gigli, Schipa) sia stranieri.
La crisi economica conseguente al crollo borsistico negli anni trenta provoca una sensibile riduzione del numero delle recite nei teatri e degli allestimenti. E' di questo periodo però il fiorire della Scala come grande struttura organizzativa di elevato livello artistico grazie anche all'apporto di Toscanini.
L'avvento di Mussolini a capo della nazione italiana e il suo desiderio di rendere Roma artisticamente importante quanto Milano, conducono alla fondazione dell'Opera Reale di Roma che inaugura nel 1928 e di cui assume la direzione Tullio Serafini.
La carrellata di Landini, che successivamente all'inquadratura generale di Gualerzi, seleziona i brani di ascolto e racconta i cantanti, parte dai tenori, impegnati nella dura lotta per la successione al trono occupato da Caruso che viene a mancare nell'agosto del 1921. I cantanti richiamati dai grandi teatri americani, abbandonano le stagioni italiane. E' il momento in cui si affermano voci che esaltano lo stile verista con quelle caratteristiche di abbraccio dell'enfasi, di abbandono melodico e di capacità di assecondare la melodia rese con la tecnica del canto sul fiato, e della timbratura delle note: come l'Aureliano Pertile degli anni fra il 1927 e il 1931. Come la Amelita Galli Curci o la Toti Dal Monte, dal potenziale lirico incredibile, o Gina Cigna. O come i bassi magnifici e autenticamente impressionanti, oggi ancor più se consideriamo il completo spostamento che la voce del basso ha subito nel tempo con la conseguenza della scomparsa di certi timbri, (Enzo Pinza, Tancredi Pasero).

Marina Chiucchiuini

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio