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Lunedì 9 Dicembre 2002 - Libertà

La musica colta e i suoi autori

Piacenza nel secondo Novecento. E stasera si parla del jazz

"Quelli di cui si parlerà fra poco sono compositori pienamente inseriti nel proprio tempo: musicisti piacentini nella cui opera non c'è nulla di provinciale e la cui arte è realmente portatrice di valori". Così il musicologo Francesco Bussi ha aperto nella Sala Grande del Conservatorio il primo dei due incontri - il secondo sarà sabato 14 alle 17 - sui "Compositori piacentini nel secondo Novecento": le tappe dedicate alla musica colta della rassegna "Piacenza e altri luoghi del secondo Novecento" (organizzata da Fondazione, Comune, Conservatorio, Famiglia Piasinteina, scuole "Dante e Carducci" e Centro Scolastico Agrario col patrocinio della Provincia e la direzione di Luisella Peirano). Glauco Cataldo, Giovanni Catelli, Fabrizio Garilli, Mariano Suzzani, Giuseppe Parmigiani: questi i musicisti su cui Bussi si è soffermato, inquadrandone la formazione, analizzandone linguaggio e stile ed esemplificandone l'opera attraverso singole partiture. Avverte Bussi che, se "i più giovani paiono dominati da una sorta di nostalgia del passato", è ai compositori più anziani che si devono spesso "le prospettive più avveniristiche". E' certo il caso di Cataldo, il più anziano di tutti coi suoi fecondissimi 82 anni, omaggiato con la sua "Giullaresca per 4 chitarre", la cui scrittura lieve e visionaria insieme - che dà fine risalto anche all'uso "percussivo" di corde e casse armoniche - è stata affidata al quartetto Exsacorde. A questo stimolante organico di quattro chitarre hanno fatto ricorso anche Catelli ("Introduzione e danza" del 1994, che combina scienza contrappuntistica, motivi popolareschi, reminiscenze di Stravinskij e del "Novecento storico" di Dallapiccola e Petrassi) e Garilli ("Motus perpetuus" del 1999, che media tra il rifiuto della tonalità proprio del Novecento avanzato e la suggestione degli antichi "modi" gregoriani). Di Garilli è stato presentato anche "Night reflection", dedicato alle vittime dell'11 settembre 2001, coi pianoforti di Catelli e Francesca Costa, il sax soprano di Parmigiani e i versi davvero belli e intensi della poetessa Leili Kalamian ("Qualche parte del mondo si scardinerà con la mia morte?/ Forse nessuna./ Ma la mia notte porterà ombre lunghe/ all'universo intero") affidati alla voce recitante di Gabriella Carrozza. Ariosamente in bilico tra scherzo e sentimento come certe cose di Poulenc, la "Sonata per clarinetto e pianoforte" (1985) di Suzzani - con Luca Rossi e Anna Sorrento ai due strumenti - ha stupito chi conosceva il Nostro solo come austero e bravissimo organista. Parmigiani, con Catelli, ha infine offerto un saggio della sua "Storia di un burattino (dieci miniature per sassofono soprano e pianoforte)", composta per un lavoro teatrale ispirato a "Pinocchio" e scritto da Gian Carlo Andreoli: frizzanti bozzetti dalle influenze jazz (con un tocco di espressionismo nel tema di Pinocchio), che in "Il Gatto e la Volpe" si prendono il lusso di parafrasare "Pierino e il lupo". Stasera il ciclo di conferenze dedicato a Piacenza nel secondo Novecento si soffermerà ancora sulla musica, ed in particolare sul jazz. Alle 21 al Teatro San Matteo si terrà un incontro guidato a cura di Andrea Zermani. Ospiti il Gianni Azzali Quartet e il maestro Giuseppe Parmigiani.

(o. mar.)

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