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Mercoledì 27 Novembre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

Il Farnese recuperato

Dopo i riflettori accesi sull'attualità di Palazzo Farnese come spazio museale, attraverso l'esauriente conferenza della settimana scorsa, a cura dell'attuale direttrice dei musei, Antonella Gigli, l'altra sera la rassegna di incontri del ciclo "Piacenza e altri luoghi nel secondo Novecento" - promosso dalle scuole medie "Dante" e "Carducci", Centro scolastico agrario, Conservatorio Nicolini, Famiglia Piasinteina, con il sostegno di Comune, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Banca di Piacenza, e il patrocinio della Provincia - ha visto al microfono Stefano Pronti, attuale direttore del teatro Municipale, ma chiamato a intervenire per la sua precedente esperienza che l'ha visto alla direzione dei musei del Farnese, negli anni - tra il 1983 e il 1998 - degli interventi di recupero della mole vignolesca. "Nei sotterranei del palazzo si trovavano officine artigianali - ha ricordato Pronti - , all'esterno sul lato nord c'erano montagne di immondizia tenute lontano da reti metalliche, al piano di sopra c'erano gli sfollati che avevano perso la casa durante la guerra, al primo piano c'era la società dei "Mattacchioni" in cui si insegnavano ballo e musica".
E' sufficiente guardare qualche immagine scattata non molti anni fa per lasciarci quasi increduli e senza parole di fronte a ciò che è oggi Palazzo Farnese, grazie a un'impresa che aveva dell'impossibile, come ha sottolineato lo stesso Pronti, e grazie a chi l'ha aiutata con finanziamenti che sono di matrice sia pubblica che privata.
Con orgoglio il dottor Pronti fa notare che ormai da quattro anni possiamo considerare Palazzo Farnese il "polmone culturale" della nostra città, anche se questa come altre è una realtà in continuo divenire. A questo proposito mette in luce il problema del risanamento della facciata che dovrà essere affrontato e sarà causa scatenante di una serie di ipotesi sulle modalità del restauro.
Dalla fine degli anni Settanta a Piacenza si lamentava una situazione di decadenza da cui non si riusciva ad uscire, tanto che venne pubblicato dall'Istituto Beni culturali Emilia - Romagna un testo, il cui titolo, "Il museo negato", la dice lunga sulla situazione di Palazzo Farnese.
Nel 1886 un'ordinanza del Consiglio comunale si limita ad istituire il museo sulla carta dove rimane per lungo tempo, limitandosi a far confluire materiale nel salone grande della biblioteca Passerini - Landi. Successivamente nel 1903 si aprì all'Istituto Gazzola un'esposizione ammassata e disorganica, tutto questo si risolse in una situazione di stallo fino agli anni del dopoguerra.
Il 1964 segna la nascita dell'Ente restauro Palazzo Farnese, tuttora operante, e l'avvio di una prima campagna di lavori. Questo purtroppo costò la demolizione delle due ali, che costituivano il settecentesco palazzo della Paggeria e che cingevano il lato nord - ovest, oggi riconoscibili dalla presenza della merlatura.
Questa fase di recupero sfociò nel 1982 nel primo progetto di allestimento del museo firmato da Andrea Emiliani e Arrigo Rudi, in realtà era chiaro che ci si trovava ad allestire un museo in locali che non erano restaurati e versavano in condizioni precarie e inadatte.
Nel 1984 ci fu una forte impennata di finanziamenti che culminarono nello svuotamento, fortemente voluto dal dottor Pronti, del fossato verso Piazza Cittadella in conformità ad un documento d'Antonio Tomba, risalente al 1811, in cui l'impresario comunicava al Podestà d'aver riempito le fosse con le macerie interne, ciò provava che lo scavo romano lì allestito dalla Sovrintendenza non aveva senso poiché non si era in presenza di giacimenti romani.
Passaggi successivi sono stati il recupero della Cittadella, il primo piano del Palazzo e la cappella ducale o del Caramosino, oltre ai piani ammezzati. L'ultima fase interessò il recupero della originale fisionomia del cortile che ora è stato ultimato e pavimentato e l'apertura dell'appartamento del duca Pier Luigi Farnese, che qui venne ucciso nel 1547.
Il prossimo appuntamento del ciclo "Piacenza e altri luoghi nel secondo Novecento" sarà una tavola rotonda sulle arti figurative, il 5 dicembre, alle 21: introdurrà i lavori il critico d'arte Stefano Fugazza, direttore della Ricci Oddi. E' annunciata (e attesa) la partecipazione dei numerosi artisti piacentini. Sede dell'incontro - dibattito questa volta sarà l'Auditorium Santa Margherita della Fondazione di Piacenza e Vigevano (via Sant'Eufemia 12).

Maria Carla Righetti

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