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Mercoledì 27 Novembre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

GUGLIELMI dopo Blob "Questione di qualità"

Venerdì alla Fondazione. Conosciamo l'ex direttore di Raitre

"Il discorso di cosa sia la qualità è un vecchio ritornello che di tanto in tanto torna a galla senza che tuttavia si riesca ad arrivare a definizioni certe. Quando lavoravo in televisione il tema era quasi all'ordine del giorno, anzi non vi era giorno che i giornali, con la voce di autorevoli personalità della cultura o della politica, non lo ponessero, ricevendone in cambio risposte evasive. Al tempo della nostra direzione di Raitre, noi adottavamo lo slogan che fare televisione di qualità significava fare programmi che puntassero non su ciò che il pubblico già sa, ma su quello che il pubblico sa ma non sa ancora di sapere; che significava fare una televisione colta più che una televisione culturale, vedendo nella nozione di cultura l'espressione di una tensione volta a scoprire e aiutare il crescere di tutto ciò che è nuovo, di tutto ciò che sta per nascere, a qualunque ordine di attività appartenga, di tutto ciò che confluendo o intrecciandosi dà corpo e alimento alla vitalità del reale". A parlare così è Angelo Guglielmi, ex - direttore di Raitre, e soprattutto "padre" dell'intramontabile "Blob" di Enrico Ghezzi e Marco Giusti, l'intellettualissimo Angelo Guglielmi, esponente importante dell'avanguardia letteraria Gruppo 63 e critico temuto e rispettato, sarà il terzo (dopo Inge Feltrinelli e Nanda Pivano) dei "Testimoni del tempo" invitati a Piacenza da Comune e Fondazione di Piacenza e Vigevano per raccontarci in prima persona come si muove oggi la cultura in Italia e in Europa. Guglielmi, in particolare parlerà dell'infanzia dei linguaggi: "Dalle neoavanguardie a raitre": l'appuntamento, confermiamo, è per venerdì, 29 novembre, alle 21, nell'auditorium Santa Margherita della Fondazione di Piacenza e Vigevano (via Sant'Eufemia 12).
Nel frattempo raccogliamo qualche sua anticipazione.
"Sono convinto che la televisione generalista, con i suoi elementi di pressappochismo e di genericità, avrà ancora vita lunga: tuttavia vedrà ridotto il suo autoritarismo e la sua arrogante sicurezza a causa della nascita di un numero, certo infinito, di reti tematiche ciascuna specializzata in un genere particolare e soprattutto destinata a un pubblico mirato. Alla fine, ma certo passerà qualche anno, le reti generaliste assumeranno il loro ruolo più proprio che è quello di essere testimoni dei grandi eventi, pubblici e privati, che il cammino della storia (degli uomini nel mondo) giorno dopo giorno proporrà. Certo con la moltiplicazione a esponente n dell'offerta saremo invasi dalla quantità che come si dice è nemica della qualità: ma chi dice che nel nostro caso la quantità, strappando lo stato di eccezionalità all'offerta televisiva, non consenta di recepirla senza drammaticità e praticarla come una delle tante abitudini che scandiscono la nostra giornata? La speranza è dunque che la quantità più che deprimere e abbassare ulteriormente la qualità dell'offerta funzioni nel senso di abbassare il livello di tensione, di attesa e di preoccupazione con cui ancora oggi ci poniamo di fronte alla televisione".
Direttore di storiche intuizioni - "Era un grande professionista - lo ricorda Biagio Agnes - con lui che nominai nell'86 si idearono e produssero programmi nuovissimi, trasmissioni intelligenti, pensate, curate. E gli ascolti ci premiarono. Pensiamo a Chi l'ha visto, per esempio, ma sono tanti: Telefono giallo di Corrado Augias, Un giorno in Pretura, ma anche il primo Ferrara, quello di Linea rovente. Insomma, ancora alla fine degli anni Ottanta c'era una tv che si faceva guardare, che sapeva cercare il pubblico, rispettandolo, rispettando la persona umana".
Nato ad Arona nel 1929, Guglielmi ha lavorato alla Rai dal 1955 al 1987, diventando direttore di Rai 3; lascia la Rai nel 1995 e, a partire dal novembre dello stesso anno, è Presidente e Amministratore Delegato dell'Istituto Luce. Scrive sull'Espresso e Tuttolibri del quotidiano nazionale nostro partner, "La Stampa". Presso Feltrinelli ha pubblicato tra gli altri Avanguardia e sperimentalismo (1964), Vero e falso (1968), Il piacere della letteratura (1981); per Bompiani La letteratura del risparmio (1973); Carta stampata (1978, Cooperativa scrittori). È coautore di tre pubblicazioni sulla televisione in Italia.

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