Venerdì 22 Novembre 2002 - Libertà
"Gli imprenditori? Si fabbricano"
In Fondazione il "caso" Telettra, da cui sono nate decine di aziende
Ci sono fabbriche speciali. Fabbriche che non solo innovano i prodotti, ma "costruiscono" gli imprenditori, vale a dire uomini capaci di portar fuori conoscenze e accrescere il tessuto economico del Paese. Una di queste fu Telettra, fucina delle telecomunicazioni italiane dal dopoguerra alla fine degli Anni '80, che ha filiato tante aziende di settore. Un dirigente uscito da Telettra è Giuseppe Bertolini, ora imprenditore di successo della Selta di Cadeo (150 tecnici, una specializzazione nei sistemi telefonici per aziende con reti e centrali). Bertolini era ieri tra gli ospiti di un incontro organizzato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano dove il "caso" Telettra ha fornito il pretesto per discutere su come si può far impresa creativamente nel campo dell'alta tecnologia, ponendo le premesse per il diffondersi di una cultura tecnica.
L'occasione è nata dalla presentazione del volume di Enzo Pontarollo "La Fabbrica degli imprenditori - Telettra e i suoi spin off". E' stato il presidente della Fondazione, Giancarlo Mazzocchi, ad introdurre Pontarollo, già suo allievo, tracciando il percorso dell'incontro che si proponeva di fornire suggerimenti per creare un fertile clima d'impresa. "L'Italia è debole sul versante tecnologico", ha esordito Pontarollo, tuttavia, con una leva indispensabile quel è la passione, imprenditori si può diventare, anche avanti negli anni, quando si è già costruita una propria esperienza di lavoro, tanto meglio se la propria fabbrica di riferimento è una "scuola" capace di trasmettere sapere. Cosa serve? "Capitale umano di prim'ordine, uscito dai centri di eccellenza e una forte interconnessione tra sapere universitario e azienda, come accadeva in Telettra". Giuseppe Bertolini ha poi raccontato la sua esperienza in Telettra, capitanata da un uomo eccezionale come l'ingegner Floriani che ai dipendenti diede poche regole chiare, tra cui far circolare il più possibile le informazioni in azienda. Telettra, in tal modo, fu capace di creare cultura, aprendosi all'innovazione e alla ricerca fin dagli Anni '60. "L'impresa nasceva nel '46 e già nel '50 i nostri tecnici andavano negli Usa per fare accordi con i più grandi operatori della telefonia da Bell a Hewlett - Packard. Ricordo quando, ragazzo di bottega, mi trovai a spiegare un'apparecchiatura al grande Packard" ha raccontato Bertolini. Seminare tecnologia e innovazione è la ricetta: "ma quante imprese oggi agiscono così?". All'incontro ha preso la parola Giuseppe Parenti, presidente di Assoindustria. "Applicare nuove tecnologie e mettersi in proprio è la via giusta, il sapere è la base del far impresa" ha detto. Una regola che vale sopratutto per gli imprenditori di seconda generazione, per cui la formazione a livelli alti è fondamentale, e qui importante è il sostegno apportato dalla Fondazione, ha sottolineato Parenti. Piacenza, però, risente di un eccessivo attaccamento al settore pubblico, al mito del "posto fisso", da qui la difficoltà a far decollare nuove imprese. "Ma ci vorrebbero anche meno lacci burocratici, non c'è uno sportello unico che funzioni...". Infine Anna Gervasoni, direttore generale dell'Associazione per il capitale di rischio, ha disegnato una situazione fatta di luci ed ombre sul fronte degli strumenti finanziari. "Noi abbiamo una forte selezione, cerchiamo imprenditori con molta voglia di crescere a tassi anche del 20 - 30 per cento l'anno". Chi investe in loro? Una quota consistente di denari arriva dagli fondi pensione americani e il reddito non manca. Una buona via è anche quella di usare fondi pubblici, piccoli stanziamenti, affidati con sistemi di gestione privati. Ma siamo appena agli inizi.
p.s.