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Mercoledì 20 Novembre 2002 - Libertà

"Perdersi in un libro è affascinante"

L'incontro con Inge Feltrinelli

Caro direttore,
giovedì scorso, nell'ambito degli incontri voluti dal Comune di Piacenza e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, con "Testimoni del (nostro) tempo", è stata ospite della nostra città Inge Feltrinelli. E "Libertà" né ha dato puntuale conto. La testimonianza di un editore, in un paese che non legge, può però apparire superflua, e forse per questo, la prima fila riservata alle autorità, era deserta. Nondimeno i presenti, non hanno sprecato un oncia del loro tempo. La signora è stata privilegiata testimone degli ultimi cinquant'anni della cultura letteraria e non, del ventesimo secolo, e non si è sottratta alla curiosa attenzione di chi è intervenuto ad ascoltarla. La notizia che il sessantotto percento degli italiani, non compra un solo libro in un anno, e che il trentadue percento restante, non coincide con altrettanti appassionati lettori, è purtroppo apparsa priva di connotazioni nuove; più triste, mi è parsa la testimonianza che la signora Feltrinelli ci ha dato, sulla generosità, che caratterizzava molti degli autori da lei conosciuti nel passato, a fronte della scarsa generosità che va invece incontrando, negli autori oggi. La generosità intesa come gratuità di sé, è in effetti sempre più difficile da incontrare, e le persone colte, non sfuggono evidentemente al degrado patito da una qualità umana sempre più necessaria, ma sempre più assente. È una qualità che ho incontrato copiosa, invece, in un libro secondo me bellissimo, che ho appena finito di leggere, ed anche se non è edito da Feltrinelli, mi piace qui citarlo. "Tra noi due", di Elisabetta Rasy, ha come protagonista una giovane donna senza nome, che, a proposito di generosità (ed anche, dico io, della necessità di incentivare alla lettura), sul finire del romanzo pronuncia questa frase: "Anche adesso quando leggo un libro che mi appare particolarmente bello, e nel libro mi perdo e mi dimentico, dico: devo darlo a mia madre. Poi mi ricordo che è morta." Coloro che non leggono, dovrebbero riflettere; perdersi, dimenticarsi in un libro, è una esperienza affascinante; provare sempre l'impulso, il desiderio di voler trasmettere il piacere provato, agli altri, al punto di scordarsi finanche che non sono più con noi, significa cogliere dentro di noi, il segno che siamo vivi.

Vittorio Melandri - Piacenza

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