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Martedì 19 Novembre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

Scrittori, poeti, artisti, intellettuali piacentini

Scrittori, poeti, artisti, intellettuali piacentini. Quali spazi? Quali occasioni per farsi ascoltare e conoscere? Quali momenti di incontro? Quali vetrine nella nostra città (case editrici, "mecenati", gallerie...)? Quali possibilità di intesa con il pubblico e di confronto intellettuale? Sta prendendo quota il dibattito aperto da "La Voce" la settimana scorsa, in concomitanza con l'avvio dell'interessante ciclo di conferenze "Piacenza e altri luoghi del secondo Novecento" (che vede in regia un gruppo di insegnanti con la scuola media "Dante e Carducci", il Centro scolastico agrario, il conservatorio Nicolini, e la Famiglia Piasinteina, con il sostegno di Comune, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Banca di Piacenza, e il patrocinio della Provincia). Tanti ci hanno inviato lettere e ci hanno telefonato in redazione, fornendo validi suggerimenti e contributi al riguardo. Prima di chiamare in causa i più diretti interessati, e cioè i personaggi piacentini della cultura, abbiamo voluto sapere come la pensa al riguardo l'attuale assessore comunale alla cultura, Stefano Pareti.
- Assessore, è necessario interrogarsi su questo aspetto misconosciuto della nostra realtà?
"Sì, è importante. Soprattutto occorre cercare di mantenere un rapporto fra gli intellettuali e la loro città, e mantenerlo anche con quelli che la città l'hanno abbandonata. E' doveroso e utile farlo per creare un dibattito culturale più completo e più vivo".
Molti se ne sono andati - Grazia Cherchi, Sandra Petrignani, Francesco Alberoni, Angelo Del Boca, Piergiorgio Bellocchio... - come faceva giustamente notare anche il professor Stefano Fugazza, che si è proprio trovato a dover in qualche modo catalogare gli intellettuali piacentini la monumentale Storia di Piacenza (edita dalla Tipleco). "Fino a che punto - si chiedeva - la loro "migrazione" ha avuto a che fare con Piacenza?
- A un certo punto, in effetti, per "sfondare" e per crescere intellettualmente, bisogna spiccare il volo...Loro l'hanno fatto e intanto noi li abbiamo, in un certo senso, persi?
"No, persi noi. Loro sono diventati in qualche modo il nostro ponte per aprire l'orizzonte di questa città che, tradizionalmente, da riservata a volte rischia di sconfinare nella chiusura (il primo è un titolo di merito, il secondo è indice di provincialismo). Qualunque sia stata la molla che li ha spinti via dalla città di origine, certo è che anche per loro andarsene non è stata una scelta facile. Comunque sia se ne sono andati. Oggi i presupposti sono migliorati rispetto a una trentina d'anni fa, dobbiamo sforzarci di aprirci maggiormente e creare un humus più significativo e stimolante, in grado di non far sentire estraneo chi è capace di una visione non consueta delle cose ed è alla ricerca di nuovi orizzonti. Bisogna creare una condizione intellettuale più gradevole e vivibile anche per queste "menti" che abbiamo ancora qui".
- Occorre farle venir fuori, però. Andarle a cercare...
"No, non dobbiamo cercarle, sappiamo già che c'erano, ci sono e che ne stanno crescendo altre. Bisogna però lavorare perché si crei un ambiente culturale capace di sostenerle e di affiancarle nella difficile scelta della vita di scrittore, di artista, di intellettuale, bisogna far sì che questo ambiente si sviluppi e crei stimoli. Ritengo che questa Amministrazione stia proprio compiendo uno sforzo in tale senso, perché rientra nella nostra strategia di iniziative culturali. Non dobbiamo fornire alibi a chi si trova nell'indecisione di lasciare l'arte, la scrittura o...la città".
- Dunque esistono buoni presupposti per fare qualcosa di concreto?
"C'è la volontà e io credo che si aprano spiragli se tutti, pubblico e privato, faranno la loro parte in questo senso".
- Finalmente, intanto, Piacenza si appresta celebrare una grande donna della cultura contemporanea, Grazia Cherchi...
"Sì, a metà dicembre allestiremo una mostra di documenti, immagini e testimonianze su quanto Grazia ha fatto nel mondo letterario".
– Lei ha conosciuto Grazia Cherchi?
"Mai di persona, ma la leggevo sempre, la leggevo tutte le settimane nel supplemento letterario dell'Unità dove lei teneva una rubrica in cui dava consigli a scrittori, lettori, editori, e lo faceva con una notevole pacatezza e lucidità di giudizio, con profonda capacità di dialogo. Ho letto anche tutti i suoi racconti".
- Tra gli intellettuali "scivolati via", viene segnalato anche un giornalista, Alberto Cavallari...
"Condivido appieno questa segnalazione. Quand'ero sindaco gli consegnai personalmente la medaglia che assegnammo a numerosi altri personaggi piacentini in occasione dei duemila e duecento anni della fondazione della città, l'assegnai anche a Francesco Alberoni, a Giorgio Armani, a don Franco Molinari...".
- Sono trascorsi vent'anni, lei fu sindaco dal 1980 al 1985. La città è cambiata...
"Ricordo che organizzammo allora l'antologica per il nostro grande pittore Bruno Cassinari, e poi l'antologica del famoso fotografo Carlo Bavagnoli. Tutto andava già in questo senso. Quei presupposti sono ancora più che validi. Ora cerco di applicare lo stesso disegno in questa nuova realtà".
Naturalmente il colloquio con l'assessore Pareti non si conclude qui. Torneremo a parlare dei nostri intellettuali, dei nostri artisti, dei nostri poeti e scrittori. Perché continueremo ad offrire queste pagine come tavolo di dibattito aperto e schietto.

t.pisati@lavocenuova.it

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