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Mercoledì 13 Novembre 2002 - Libertà

Io, editrice politically non correct

Inge Feltrinelli - Domani sera alla Fondazione l'incontro "Dal bestseller all'impegno politico". "La prossima pubblicazione? "Il petro - killer" di Bettin"

Comincia subito con una grande protagonista della cultura italiana e internazionale la rassegna "Testimoni del Tempo", una serie di incontri con i protagonisti del mondo culturale dell'Italia contemporanea, organizzato dall'assessorato alla Cultura del Comune di Piacenza, con la collaborazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Il primo dei quattro appuntamenti, infatti, in programma domani sera alle 21 all'auditorium della Fondazione in via Santa Eufemia 12 e intitolato "Dal best seller all'impegno politico", è con Inge Feltrinelli, signora dell'editoria italiana, che dal 1972 è presidente della Giangiacomo Feltrinelli Editore.
Terza moglie di Giangiacomo Feltrinelli, il fondatore della casa editrice milanese di via Andegari, e l'unica ad avergli dato un figlio: Carlo, oggi insieme a lei nella guida dell'azienda, Inge Schoental è nata e cresciuta a Gottinga, in Germania. Prima di trasferirsi a Milano nel 1960 e dedicarsi con il marito alla casa editrice, ha lavorato come fotoreporter per diverse testate europee, intervistando e ritraendo personaggi del mondo della cultura come Hemingway, Picasso, Sartre, Simone de Beauvoir e molti altri. Signora Feltrinelli, lei è passata dal giornalismo all'editoria. Come si sono combinate queste sue due attività? "La cosa più importante che ho portato con me del mio lavoro precedente passando all'editoria sono stati i contatti umani e professionali che avevo coltivato. Come fotoreporter mi ero specializzata negli incontri con personaggi del mondo della cultura, quindi ho potuto portare alla casa editrice un corredo di contatti internazionali, che in quegli anni, nei primi anni Sessanta, in Italia era molto importante". Qualche mese fa la Repubblica Francese l'ha insignita del titolo di "Comandeur des Arts et des Lettres". Un altro prestigioso riconoscimento dell'alto servizio che lei ha reso alla cultura italiana e internazionale. Qual è stata la più grande soddisfazione che ha avuto come editore? "Le più grandi soddisfazioni della mia vita le ho avute quando la mia amica Nadine Gordimer ha ricevuto il Premio Nobel, e ora con l'assegnazione del Nobel a Imre Kertész, che noi avevamo già pubblicato nel 1999 e che nessun altro aveva "notato"". Eppure i Premi Nobel pubblicati dalla sua casa editrice sono veramente tanti... "E' vero, ma quest'ultimo in particolare mi ha dato molta soddisfazione, perché si tratta di un autore vivente rimasto sconosciuto per cinquant'anni e che noi abbiamo scoperto". Dei grandi successi editoriali della Feltrinelli non si riesce più a tenere il conto... Ce n'è uno al quale è particolarmente legata? Di cui si sente particolarmente fiera? "Al momento sono molto felice del fatto che il mio vecchio amico Giorgio Bocca sia da settimane al primo posto delle classifiche con il suo libro "Il piccolo Cesare". Considerato che si tratta di un autore che ha più di ottant'anni, è una vera soddisfazione". C'è invece un autore o un'opera che a suo parere non ha avuto il successo che avrebbe meritato? Ci sono tanti libri che si perdono nella rete della "non recensione". In Italia le pagine culturali sono pochissime e qualche volta libri molto belli non riescono ad avere lo spazio che meriterebbero. Penso per esempio ad Antonio Moresco, che è un bravissimo autore italiano. O al grande scrittore austriaco Christoph Ransmayr, che in Italia non ha avuto successo ma che secondo me è un genio, un uomo di grande e vera letteratura: ora è troppo giovane, ma sono sicura che tra vent'anni riceverà il Premio Nobel". Il titolo della serata di giovedì a Piacenza è "Dal best seller all'impegno politico". Esiste ancora oggi quella sinistra dei valori e delle idee a cui la sua casa editrice si è da sempre ispirata? "No, non esiste più. Noi siamo liberi e indipendenti, non apparteniamo a nessun partito, siamo "politically non - correct" e i nostri libri parlano per noi, soprattutto quelli sul no global, la guerra, la rivoluzione tecnologica. Ora ad esempio abbiamo in programma la pubblicazione di un libro, "Il petro - killer" di Gianfranco Bettin e Maurizio Dianese, che riporta documenti segreti sulle aziende chimiche e che sarà una bomba...". Ho letto in un'intervista che quando ha conosciuto Giangiacomo Feltrinelli lei stava scrivendo un libro su come si fa a essere una giornalista. Oggi le chiedo: come si fa a essere un bravo editore? "In realtà non c'è una ricetta, ma se dovessi dare "gli ingredienti", direi che prima di tutto ci vuole molta passione, molta efficienza e poi molta, molta fortuna".

Caterina Caravaggi

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