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Mercoledì 13 Novembre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

La Storia svizzera scritta da piacentini

Messa nella cornice del suo tempo, l'Helvetia Profana e Sacra, redatta dal diplomatico piacentino Ranuccio Scotti, può essere considerata una delle più autentiche corone che sono state poste sul capo della Confoederatio Helvetica. Alcuni dati che riguardano avvenimenti e fatti, personaggi civili e religiosi che compaiono sulle vaste scene dell'opera, non sempre riscontrano quell'esattezza che potrebbe invece costituire il compito dell'investigazione e della critica storica, distribuita nell'arco di oltre tre secoli. Tanti ne sono trascorsi da quella prima pubblicazione che lo Scotti curò in Macerata nel 1642. Minuziose sono invece le descrizioni topografiche del suo tempo con i termini dell'epoca. Poiché sono rimaste poche copie dello storico studio e solo in alcune antiche biblioteche, soprattutto gli Svizzeri saranno particolarmente lieti di poter nuovamente leggere e valutare l'opera del vescovo Scotti ed assegnarle il giusto posto che si merita tra le fonti storiche del popolo elvetico stesso.
Con queste parole viene presentata l'ultima fatica di monsignor Gian Pietro Pozzi, originario di Vicobarone, accademico tiberino e commendatore dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che così scrive - nel libro "L'Helvetia Profana e Sacra di mons. Ranuccio Scotti, Nunzio Apostolico in Svizzera" che sarà presentato mercoledì prossimo, 20 novembre, alle 17,30, all'auditorium Santa Margherita della Fondazione di Piacenza e Vigevano - e pensa:
"La storia resta sempre il luogo scelto da Dio per incontrarsi con l'uomo. Egli è la realtà dinamica ed operante nel tempo, che può scoprire nel passato e portare a rivelazione il naturale ed insopprimibile desiderio del senso della giustizia e della promozione dei suoi diritti nella solidarietà, nell'intesa e nella fraternità. Tutto questo in particolar modo quando l'egoismo li ha calpestati in quelle manifestazioni che si chiamano la guerra o conflitto armato, oppure anche la guerra fredda, che non è meno malefica di quella combattuta. Ed anche la Svizzera ha in tutto questo il suo posto nella Storia. Scorrendo l'Helvetia Profana e Sacra si rileva infine che ogni pagina è stata scritta con l'entusiasmo di un profondo conoscitore e l'amore di chi ha abbracciata una causa e vi ha lasciato trasparire nel contempo la sua azione di vero diplomatico nella sua specifica missione di "rappresentante pontificio", più vescovo che diplomatico, per non sacrificare il Vangelo alla politica".
Ranuccio Scotti, quale nunzio apostolico in Svizzera - ci ricorda monsignor Pozzi - , ha raccolto ed in modo spontaneo trascritti direi, racconti e leggende storiche, patrimonio di una narrativa tradizionale elvetica che oggi per noi hanno spesso il sapore di fiabe mistiche. Benché ancorate ad un'esposizione epocale di fatti, di prove e di segni, almeno presunti, non ne implicano tuttavia la storicità e nel contempo non la escludono. Nessuno prima e dopo di lui ha avuto il coraggio di disperderle o di occultarle e tantomeno di ridicolarizzarle".
Alcuni fatti, narrati in questo libro, sono spesso suffragati da dimostrazioni semantiche che sembrano conferire loro il collaudo dei secoli. Storia, fatti, leggende e tradizioni che lasciano trasparire l'animo dello scrivente, uomo di chiesa, dalla fede semplice e adamantina come quella di un fanciullo, ma salda come roccia: "Sermo tuus, imago vultus tui est" (Seneca) anche lo Scotti ha impresso in queste narrazioni l'immagine del suo volto.

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