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Martedì 12 Novembre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

Tornano gli archivi storici familiari: da domani mostra a Palazzo Farnese

Si torna a parlare di archivi storici familiari. Ideale proseguimento del convegno dal medesimo titolo tenutosi il 12 aprile scorso (e i cui atti usciranno nel 2003 come numero monografico del Bollettino Storico Piacentino) domani alle 17,30 all'Archivio di Stato (Palazzo Farnese) si inaugura una mostra che rappresenta forse il culmine - non certo il termine - di un'attività di ricerca e di valorizzazione degli archivi storici familiari, un tipo di documentazione che, per qualità e per quantità, riveste un'importanza fondamentale nella memoria storica di Piacenza, per il ruolo istituzionale e sociale svolto dal ceto magnatizio, nobiliare e alto - borghese, e per la relativa penuria di documentazione governativa o pubblica. "Gli archivi gentilizi, formatisi per ragioni soprattutto patrimoniali - spiegano all'Archivio di Stato - , permettono di delineare scorci della vita economica e sociale: in città, dove marchesi e conti abitavano palazzi, partecipavano all'amministrazione delle cose pubbliche ed ecclesiastiche, nonché alla vita mondana a teatro e nelle accademie; e nelle campagne dove possedevano fondi rustici, feudi, castelli, ville. Gli assetti sociali e politici, nel XVIII secolo, furono sottoposti a forti pressioni ad opera del riformismo asburgico e sabaudo - ostile ai privilegi della Chiesa e del ceto d'impronta feudale - e della rottura provocata dalla Rivoluzione francese".
"Probabilmente anche a causa di ciò, alla fine del secolo, molte famiglie proprietarie decisero di ordinare le loro carte, in maggioranza atti amministrativi: affitti, vendite, acquisti, testamenti, legati, benefici, ecc. Furono incaricati archivisti professionisti, in genere di formazione giuridica quali notai ed avvocati, anche provenienti dall'esterno, in particolare dall'area bolognese. Ad essere fortunati, l'ordine cronologico per materie imposto agli archivi sul finire del Settecento è giunto fino a noi, assieme ai repertori coevi; altrimenti, diventa necessario cercare di ricostruire le varie serie documentarie ed unire, spesso virtualmente, quelle nel corso degli anni smembrate o disperse".
"Recentemente, grazie all'approfondimento degli studi e delle tecniche - fanno presente gli "addetti ai lavori" - , per alcune famiglie è stato possibile. E la mostra, con il suo puntuale catalogo, ne rende conto. In un archivio generale, composto da archivi di ogni epoca e provenienza, non ci sono documenti di serie A e di serie B, ciascuno contribuisce, se valido dal punto di vista documentario e probatorio, a segnare un aspetto, a costituire un'impronta, oggi magari impensabile e fra un secolo forse palpabile. Però, senza dubbio, alcuni tipi di supporto affascinano maggiormente: la pergamena, il sigillo, un disegno, una vecchia fotografia. E un archivio nobiliare - che abbia magari mantenuto le cassette lignee originali con la tipica numerazione preceduta da lettere dell'alfabeto - si presenta di solito ricco e multiforme, composto da atti solenni e diplomi, da tanti contratti, da fascicoli giudiziari, da lettere, registri e note di spesa, da tipi e mappe del territorio. Memoria privata, ma per i numerosi addentellati con la società, con le istituzioni e con i ceti meno privilegiati, in parte anche collettiva. Così, la vita dei nobili, dei possidenti, dei benestanti apre scenari sull'intera società di tre secoli fa. Come in altre occasioni, la scommessa sta proprio nel suscitare, attraverso il patrimonio culturale rappresentato dalle carte (accompagnato qui utilmente da disegni, mobili e suppellettili), la fantasia dei visitatori, studenti e cittadini, ai quali, forse inaspettatamente, appaiono ora sottratti al loro appartato e un poco segreto destino. Si è voluto infine privilegiare il taglio divulgativo della rassegna e proporla agli alunni della scuola dell'obbligo e ai ragazzi delle superiori corredando il catalogo di esercitazioni che li avvicinino al complesso e sfuggente mondo delle carte ordinate, a futura memoria, in un archivio. Le scolaresche potranno quindi usufruire di archiviste professioniste che illustreranno l'articolato percorso tra documenti e oggetti rievocanti la società aristocratica piacentina tra XVIII e XIX secolo". L'inaugurazione di domani prevede una presentazione guidata della mostra con alcuni momenti d'animazione e il rinfresco.
Promotori: Archivio di Stato di Piacenza in collaborazione con Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune - Servizio Formazione, con il patrocinio della Regione (Soprintendenza per i beni librari e documentari) e il contributo di Banca Agricola Mantovana e Ina Assitalia.
Orari: Lunedì - Sabato 8,30 - 13,30 / Mercoledì - Giovedì 8,30 - 17

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