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Martedì 12 Novembre 2002 - Libertà

Sfruttiamo bene il "marchio Piacenza"

Dalla prima pagina

E ancora il patrimonio dei Farnese sono tutti assets disponibili ancora poco sfruttati, che ci godiamo in pochi. Se allora partiamo da alcuni evidenti punti di forza, come mai non riusciamo a "vendere" bene il marchio Piacenza? Gli specialisti ci dicono che occorre partire dal marketing interno, prima di tutto per costruire una coscienza collettiva del nostro patrimonio. In questo senso il "Patto per Piacenza" prima ed oggi il Piano Strategico avranno anche questa funzione di coesione e condivisione, di "autoconvinzione". Alcuni anni fa il Prof. Milana diceva che a Piacenza abbiamo un "deficit di amore" per la nostra città, che si manifestava anche in una certa disattenzione per il pubblico e la gestione dell'amministrazione locale, verso cui non si impegnavano i nostri migliori uomini. Dopo Tangentopoli anche a Piacenza sono "scesi in campo" alcuni importanti esponenti della società civile, decisi ad impegnarsi in prima persona per la collettività: imprenditori, professori, professionisti. E' un segnale importante, che forse lascia intendere una inversione di tendenza, che tuttavia va continuamente promosso, anche attraverso le agenzie educative (scuola, associazionismo, volontariato). In secondo luogo il riconoscimento dei fattori competitivi non deve farci dimenticare i punti di debolezza e i vincoli allo sviluppo, su cui lavorare per migliorare il "prodotto" Piacenza. Gli ambientalisti da anni ci richiamano sui temi dell'aria, dell'acqua e del paesaggio; il direttore dell'Arpa ci ricorda spesso, come a Cives in questi giorni, che sul fronte dell'inquinamento atmosferico siano ancora a rischio, soprattutto per il traffico veicolare. Non bastano le necessarie misure delle targhe alterne, occorrono iniziative volontarie dei cittadini per rispondere a questa emergenza. Perché non dare più peso ad Agenda 21, il percorso partecipato per definire le strategie e le azioni di sviluppo sostenibile nel nostro territorio ? Infine il marketing territoriale verso l'esterno. E qui cito solo due fatti nuovi per Piacenza. Il primo è l'apertura a Berlino in questi giorni del Punto Alimentare per la promozione e commercializzazione dei prodotti piacentini, da parte del Consorzio Agrario: un evento importantissimo, innovativo, che finalmente da respiro internazionale alla nostra eccellente produzione agroalimentare. La seconda novità è la prossima inaugurazione del master in Marketing territoriali dell'Università Cattolica, il primo in Italia con questa dizione, sostenuto con borse di studio da Fondazione, Comune e Provincia, che formerà operatori pubblici e privati, ovviamente non solo piacentini, che ci aiuteranno in futuro a far vincere il nostro marchio e rendere sempre più Piacenza una "città che piace".

Paolo Rizzi

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