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Lunedì 11 Novembre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

"Libertà di educazione"

Esperti a confronto al convegno organizzato da Cattolica, associazione Diesse. L'istruzione parte dalle domande

Il convegno "Educare la domanda, nello studio e mediante lo studio" ha visto raccolti, all'Auditorium della Fondazione, circa 150 docenti provenienti da diverse città italiane. Interessante la formula delle due giornate di lavoro che hanno messo a confronto personalità impegnate in vari ambiti di ricerca e docenti di scuola dell'obbligo e superiore. Il convegno, promosso dall'Università Cattolica, dalla rivista "Libertà di Educazione" e dall'Associazione Diesse, è stato aperto dalla relazione di un filosofo, Paolo Terenzi, che ha delineate le alternative attorno alle quali, a scuola come nella ricerca, si può vivere una posizione di apertura alla domanda oppure di chiusura ideologica rispetto ad essa. Mentre la prima nasce da una curiosità che diventa lavoro, la seconda muove da una paura del mistero. Il riflesso più evidente della chiusura ideologica sull'insegnamento oggi è il prevalere di un eccesso di analiticità che esprime il "tentativo di conquistare il mondo eliminando ciò che non è in potere dell'uomo". "Così - ha detto tra l'altro Terenzi - solo il frammento, slegato dal contesto, diventa interessante; e ciò paradossalmente perché in realtà, per questa razionalità chiusa ed ideologica, nulla è interessante". Un fisico piacentino, Lucio Rossi, impegnato in un progetto di ricerca al Cern di Ginevra, ha parlato della ricerca scientifica. "La ricerca ha un valore e senza di essa si perde l'uomo. Lo scienziato che ricerca parte dall'idea che il mondo sia organizzato e non è possibile ricercare senza pensare che ci sia una struttura". La domanda sorge sempre dall'osservazione e la curiosità ne è il primo albore. Il dubbio invece, inteso come atteggiamento sistematico, è l'opposto della domanda e risulta antiscientifico. "Il vero fideismo - ha proseguito Rossi - è quello di chi pone il caso come significato delle cose, negando una corrispondenza tra realtà e struttura razionale dell'uomo". Oggi la ricerca scientifica vive, in molti settori, un momento di difficoltà, perché si privilegia una logica pragmatica, tecnocratica su quella del puro domandare e ricercare. Ma se manca la libertà della domanda e quindi della scienza, alla lunga muore anche la tecnologia.
Una singolare coincidenza tra nascere della domanda in fisica e nella produzione poetica è stata rimarcata dal poeta Franco Loi, che ha aperto il suo contributo citando Einstein: "Non si perviene alle leggi universali per via di logica, ma per una comprensione simpatetica dell'esperienza. Manca la poesia, ha detto Loi, quando dormiamo e ci dimentichiamo di ascoltare". La poesia è domanda che nasce da questo ascolto della realtà con cui entriamo in relazione e l'esperienza, sottoposta alla dinamica della domanda, non è mai ovvia. "Solo se ci liberiamo dal paraocchi entriamo in relazione con il reale che ci appare come una "x" al di là dell'esperienza. Questa è l'intuizione poetica che ci apre ad una possibilità nuova di esperire il mondo".
Paola Longo Bruno, docente di analisi matematica al Politecnico di Torino, ha documentato, con esempi presi dall'insegnamento in università, ma anche dal lavoro fatto con bambini che manifestano difficoltà di apprendimento, che la matematica non può essere ridotta ad una meccanicità e che si fa matematica laddove si mette in atto il pensiero. Anche in matematica dunque fondamentale è la domanda, ma a condizione che essa sia fatta per far guardare le cose. Anche con i bambini che non riescono in matematica, è fondamentale che si attivi una strategia che li aiuti a guardare le cose, i dati del problema, il testo, la realtà.
Numerosi interventi di docenti intervenuti al convegno hanno poi documentato i tentativi posti in essere, nel concreto dell'attività quotidiana, per ridestare negli alunni un atteggiamento di domanda, sia esso nella lettura di testi letterari, come in filosofia, facendo scienze naturali come affrontando la grammatica o la storia dell'arte (i convegnisti hanno tra l'altro fruito di una visita alla Galleria Ricci Oddi, guidata dal direttore, prof. Fugazza).
Rosario Mazzeo, preside in una scuola milanese e autore di numerose pubblicazioni sul metodo di studio, ha chiuso i lavori del convegno ricordando la grande alternativa che il tema della domanda delinea per la scuola italiana: chiudersi in una prospettiva di addestramento - comando dove essenziale è il formalismo di un "contratto" e gli studenti sono clienti davanti a docenti - impiegati, oppure recuperare la prospettiva di domanda che sola rende l'insegnamento rapporto tra maestro ed allievi. Perché questo accada occorre che l'ora di lezione sia un ora di esperienza dove ci sia domanda e quindi metodo, lavoro, giudizio e memoria di quanto è accaduto. Senza tutto questo rimane solo la noia.

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