Giovedì 7 Aprile 2005 - Libertà
Fornari, la riscoperta delle radici
Il convegno. Piacenza ricorda lo psicanalista a vent'anni dalla morte
Nel ventennale della morte, Piacenza ricorda Franco Fornari, recuperandone il contributo scientifico (soprattutto attraverso la rilettura di due classici: "La vita affettiva originaria del bambino" del 1963 e "Psicoanalisi della guerra" del 1966) e l'appartenenza di diritto al novero dei piacentini illustri. "Franco Fornari si era affermato in campo internazionale e vorremmo Piacenza si rendesse conto di quanto sia una delle persone che più possono dare lustro alla città", ha detto ieri mattina Daniele Novara, durante la presentazione del convegno nella sede del Cpp (Centro Psicopedagogico per la Pace e la Gestione dei Conflitti), in via Campagna, 83. A 20 anni dalla scomparsa dello psicanalista, nato a Rivergaro nel 1921, Milano ospiterà un convegno organizzato dalla Società Psicoanalitica Italiana e ulteriori iniziative sono attese in altre località. La due giorni piacentina, in programma il 29 e il 30 aprile, ha in particolare la connotazione di una riscoperta delle sue radici. "Il convegno non è solo scientifico - ha premesso Novara - ma anche memorialistico". Su questo aspetto è incentrata in particolare la serata del 29 aprile, mentre il convegno vero e proprio affronterà due grandi temi elaborati da Franco Fornari: la formazione affettiva nel bambino e la psicoanalisi della guerra, entrambi direttamente collegati con l'attività del Cpp, diretto dal pedagogista Daniele Novara. "Consideriamo Fornari uno dei nostri maestri - ha affermato Novara - specie per il lavoro da lui svolto sulla guerra, intesa come elaborazione paranoica del lutto, legata all'incapacità dell'individuo di contenere le proprie pulsioni aggressive, finendo così per proiettarle sul presunto nemico". Concetti la cui elaborazione risale agli anni '60: "Fornari capì che la guerra atomica avrebbe eliminato sia vincitori che vinti". La teoria che propone Fornari arriva ad un superamento delle ostilità: "Si può interagire sulla guerra, avvicinandosi all'altro in termini di immedesimazione di specie". Argomenti che - ha ricordato Novara - sembravano superati dopo la caduta del muro di Berlino, ma che invece sono riemersi nelle guerre civili degli anni '90: "Possiamo constatare anche oggi quanto fosse valida l'analisi di Fornari. Anche qui la guerra non è riuscita a mantenere le promesse e non esistono più né vincitori né vinti". Il convegno, promosso dal Cpp, è organizzato da un comitato del quale fanno parte:Daniele Novara; Fabio Fornari, primario gastroenterologo dell'ospedale civile di Piacenza; Diego Miscioscia, psicoterapeuta dell'Istituto Il Minotauro di Milano; Stefano Mistura, direttore del dipartimento Salute Mentale dell'Ausl di Piacenza; Giovanni Smerieri, primario di psichiatria dell'Ausl di Fiorenzuola; Maurizio Fornari, primario di neurochirurgia all'ospedale Galeazzi di Milano e Gaetano Rizzuto, direttore del quotidiano Libertà. Ieri Mistura ha evidenziato l'importanza determinante del contributo di Franco Fornari, cui si deve l'introduzione in Italia del lavoro di Melanie Klein: "Il suo pensiero ha avuto grande seguito tra gli studiosi di psicologia evolutiva e nell'attività pedagogica della gestione dei conflitti. Sono state invece un po' trascurate le sue basi teoriche". Smerieri ha accennato alla possibilità di affrontare positivamente il conflitto: "E' una parte vitale della nostra vita. Può diventare distruttiva se non troviamo quel forte legame d'amore, che una spinta biologica, dentro la mente umana, ci spinge a cercare". Il convegno è patrocinato da: Regione, Provincia, Comuni di Piacenza e Rivergaro, in collaborazione con: Fondazione, Banca di Piacenza, Azienda Usl, Assindustria, Legacoop e Istituto "Il Minotauro".