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Mercoledì 27 Novembre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

Luigi Illica e la Bohéme

Alcuni critici hanno accusato Puccini di avere messo con la sua opera una pietra tombale sulle Scènes de la vie de Bohème, il libro dello scrittore francese Henri Murger dal quale Illica e Giacosa trassero il libretto della più fortunata opere del musicista lucchese. In realtà è esattamente il contrario: se qualcuno ancora oggi legge il romanzo di Murger, questo è dovuto al fatto che è divenuto celebre per essere diventato il libretto de La Bohéme di Puccini. Di questo ed altro ha parlato il maestro Glauco Cataldo nella conferenza della terza serata illichiana del ciclo organizzato dalla Tampa lirica, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna e la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Nell'auditoirum della Fondazione il maestro Cataldo ha parlato della gestazione e della nascita di questo capolavoro pucciniano. Gestazione difficile, tant'é vero che Puccini ed Illica furono sul punto di rompere proprio a causa delle esigenze dell'incontentabile compositore, ma alla fine si trovò un accordo i cui risultati sono tuttora soto gli occhi di tutti. Certamente il collegamento tra gli atti è debole, ma c'è una forte spinta drammatica a muovere la vicenda, i personaggi restano figure passive trascinate dagli eventi. Tuttavia, visto oggi, il libretto della Bohéme è sicuramente giudicabile con un audcae esprimento di tecnica scenica impressionista; un'atmosfera accattivante ed episodi di grande evidenza ma essenzialmente statici prendono il posto di uno sviluppo drammatico vero e proprio. Questa novità di angolazione visuale influì negativamente, in un primo tempo, sulla critica italiana. Tra l'altro, all'origine de La Bohéme sta in giallo: pare che Leoncavallo fosse stato il il primo a scegliere questo soggetto, ed aveva già ultimato un suo libretto. Puccini, senza dirgli niente, fece approntare il proprio libretto da Illica e Giacosa e ad opera quasi ultimata lo disse a Leoncavallo il quale, inviperito, aggredì fisicamente il collega, a dispetto del suo carattere mite e pacioso. Alla conferenza è seguita un'ampia selezione comprendente i brani più celebri de La Bhoéme. Accompagnati al pianoforte dalla bravissima pianista Patrizia Bernelich si sono alternati alla ribalta il tenore Stefano Montanari ed il soprano Rossella Redoglia. Duetti e brani solistici hanno suscitato l'entusiasmo del folto pubblico prensente ed hanno dato modo ai due artisti di mettere in mostra le loro doti migliori: bello squillo, dizione impeccabile e buon canto sul fiato per Montanari, sicurezza, carisma ed elevata qualità espressiva per Rossella Redoglia. Con grande eleganza la soprano Akiko Koga ha interpretato il valzer di Musetta. Il ciclo illichiano avrà un'appendice di lusso il 10 dicembre presso il Conservatorio Nicolini, con il baritono Roberto Servile.

Corrado Ambiveri

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