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Giovedì 30 Gennaio 2003 - Libertà

Indro Montanelli: "Un genio sempre controcorrente"

Marcello Staglieno in Fondazione

L'ultimo libro del giornalista-scrittore è un'accurata biografia che ripercorre i 64 anni di professione dell'"inventore del giornalismo moderno"

Marcello Staglieno, giornalista e scrittore, ha presentato a Piacenza il suo ultimo libro, "Montanelli. Novant'anni controcorrente" (Mondadori), un'accurata biografia che ripercorre i 64 anni di professione del giornalista più noto d'Italia. La serata, organizzata dal Rotary Club Piacenza Farnese, è stata introdotta dal presidente Manfredo Ferrerio, che ha spiegato al pubblico che l'incontro fa parte di una serie di manifestazioni indette dal Rotary International nell'ambito del programma Polioplus, con cui l'organizzazione si è impegnata in una campagna di raccolta fondi e di sensibilizzazione sulla lotta alla poliomielite. Presa la parola, Staglieno ha presentato Indro Montanelli con quanto di lui disse Longanesi: "Montanelli? E' uno che spiega benissimo agli altri quello che non capisce", "E' un misantropo che vive in mezzo agli altri per sentirsi più solo". Longanesi, "uomo dal talento arsenicale, genio straordinario e inventore del giornalismo moderno", ha detto Staglieno, affascinò molto Montanelli, che prese tantissimo da lui. "Le due frasi di Longanesi sono battute - ha spiegato - ma contengono una parte di verità: Montanelli era un'aquila in solitudine, che però voleva farsi leggere dal più alto numero di lettori possibile". Era un giornalista straordinario - ha proseguito - che quando scriveva sembrava componesse al pianoforte. Era il grande uomo epigrammatico del nostro secolo, per istinto ma anche per cultura. Nato generazionalmente nel fascismo, disertò quella bandiera, ma prima che cadesse. La sua generazione di intellettuali, ha spiegato lo scrittore, passò nel dopoguerra in maniera molto eterodossa e con un disagio enorme, che Montanelli portò profondamente dentro di sé, con una malinconia che però, a detta di Staglieno, rispecchiava più che altro il rimpianto generazionale della giovinezza perduta. Era un uomo intelligente, aperto alla modernità, di destra ma "eretico della destra italiana". "Certo - ha precisato lo scrittore - di sinistra non lo è mai stato e anche quando è andato al Festival dell'Unità c'è andato solo per ripicca contro Berlusconi". E a proposito di quella polemica, in seguito alla quale Montanelli decise di lasciare il Giornale e fondò la Voce, Staglieno ha detto che Indro aveva visto in Berlusconi l'uomo che gli avrebbe imposto di scrivere delle cose totalizzanti in suo favore. E questa era una cosa che lui non avrebbe mai potuto fare, ha precisato lo scrittore, perché fu e rimase sempre un uomo indipendente. Molte sono state le domande rivolte all'ospite, sul tragico episodio della gambizzazione da parte dei brigatisti, sul suo rapporto con Gianni Agnelli, su Craxi e "Mani pulite", e sulla nascita del Giornale, a proposito del quale Staglieno ha raccontato che "era un giornale straordinario, con firme eccellenti, con cui Montanelli divenne un grande direttore d'orchestra ma in cui era anche un grande solista. Erano tempi duri - ha concluso - ma stare con Montanelli ed essere contro fu una grande e bella avventura".

Caterina Caravaggi

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