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Mercoledì 29 Gennaio 2003 - La Voce Nuova di Piacenza

Farnese "Noi del Giornale uniti a Indro"

MARCELLO STAGLIENO ieri sera ospite del Rotary Club Piacenza

Montanelli giornalista, Montanelli storico, Montanelli uomo. Con tutte le sue contraddizioni, la sua ironia e il suo spirito "da aristocratico e da contadino toscano al contempo". E' emerso il ritratto di un uomo che, con la sua storia personale, è rappresentativo di tutto un secolo; un secolo che ha visto susseguirsi grandi atrocità, sogni, illusioni e atti di coraggio, di cui Indro Montanelli è stato testimone e protagonista. Un ritratto che Marcello Staglieno, scrittore, giornalista, saggista e autore di testi teatrali, ha dipinto con parole dense di affetto e vibranti ieri sera, nell'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, davanti a un pubblico attento e partecipe.
"Il libro che ho scritto su Indro Montanelli - ha esordito Staglieno - sembra un romanzo, più che una biografia. Forse perché la vita di Montanelli racchiude nei fatti e negli eventi che l'hanno visto protagonista lungo il corso del Novecento molti elementi romanzeschi. Montanelli è stato un grande comunicatore. La sua scrittura, secca e tagliente, priva di inutili fronzoli, era quasi composizione musicale, dotata di grazia e leggerezza. Una scrittura che gli consentiva di spiegare agli altri in modo chiaro e comprensibile cose che nemmeno Indro riusciva a comprendere. Nei suoi scritti, nei suoi articoli, c'è la storia del nostro Paese, la nostra storia, con tutte le sue contraddizioni".
"La generazione di Montanelli - ha proseguito Staglieno - ha vissuto nel dopoguerra un periodo travagliato e difficile, di grande spaesamento. Nato e cresciuto nell'Italia fascista, Montanelli (e altri grandi scrittori e intellettuali con lui) ha dovuto affrontare una ricostruzione che negava i principi stessi con i quali era cresciuto.
Ciò lo ha portato a vivere con una costante "stimmung epocale", una nostalgia latente per i tempi della sua giovinezza; e tale nostalgia è spesso stata fraintesa dai più, il che non gli ha certo reso la vita facile. Montanelli reagì con la sua dirompente intelligenza. Tutto si può dire di un uomo come Indro, tuttavia mai mise la sua penna al servizio di qualcuno. In certe cose Indro era profondamente fanatico, un puro, un ingenuo".
Pungolato dalle domande del pubblico, Staglieno è entrato nel merito del rapporto tra il grande giornalista e Silvio Berlusconi. "Il motivo della rottura tra i due - ha spiegato Staglieno - è nato in concomitanza con l'entrata in politica del Cavaliere. Nel momento in cui l'imprenditore è diventato uomo politico, Montanelli ha avuto paura che qualcuno potesse imporgli una certa linea editoriale, un certo modo di fare giornalismo. Questo Montanelli non poteva accettarlo".
E dunque qualcuno domanda a Staglieno di raccontare l'esperienza de "Il Giornale".
"Eravamo in quindici - ricorda Staglieno - pochi, ma buoni. Dall'ufficio di Montanelli si sentiva costantemente il ticchettìo della macchina da scrivere: allora non c'erano i mezzi informatici di oggi, e si respirava un'atmosfera Garibaldina, fatta di grandi ideali nonostante i mezzi fossero scarsi. C'era coesione fra di noi, c'era entusiasmo. Poi il numero dei redattori crebbe e diventammo cinquanta, poi cento. Grandi firme, grandi nomi e un grande direttore d'orchestra. Montanelli era un solista, tuttavia seppe reinventarsi e dirigere tutti noi con competenza e passione. Il Giornale di oggi è un buon giornale, ma è un'altra cosa. Allora c'erano le Brigate Rosse, le botteghe oscure, e alcuni dei nostri colleghi furono brutalmente uccisi a colpi di pistola".
Ricordo una frase che mi disse Montanelli poco prima di mancare - ha concluso Staglieno -: "Non esiste un Italia dell'Ulivo nè un'Italia del Polo. Esiste un'Italia dei compromessi, dei conflitti ricomposti ad ogni costo, che forse oggi non vale più nulla".
I quesiti da parte del pubblico non sono mancati. Alcuni hanno voluto sapere del Montanelli "privato". Lapidaria la risposta di Staglieno: "Montanelli era un uomo. Aveva un figlio e ha avuto due mogli". Il resto è storia del giornalismo.
La serata era organizzata dal Rotary club Piacenza Farnese.

Laura Bricchi

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