Mercoledì 29 Gennaio 2003 - Libertà
Cultur&Colori, omaggio alla musica klezmer
Domani sera al teatro parrocchiale di Rottofreno ultimo appuntamento della rassegna
Domani alle 21, al teatro parrocchiale di Rottofreno, si esibirà il Mosaik Group, ensemble formatosi all'interno della TheaterOrchestra di Moni Ovadia (noto cantante e compositore di origini ebreo-bulgare, interprete e portavoce "per eccellenza" della cultura yiddisch nel nostro paese). Il "Mosaik" è capeggiato dal noto violinista Maurizio Dehò. Il concerto - conclusivo - rientra nel cartellone di Cultur&Colori, rassegna di musica etnica, jazz, classica e teatro organizzata da Comune, Provincia, Fondazione Piacenza e Vigevano in collaborazione con l'associazione culturale Tetracordo, Arci e Libertà. La serata, come tutte le altre precedenti performance, si fa portavoce di quella "filosofia di rilancio dei valori" legati alla solidarietà fra popoli: di questi otto spettacoli, facenti parte di Cultur&Colori, i due a pagamento sono stati devoluti a scopo benefico. L'immagine simbolo del festival, che dovrebbe tra l'altro assumere cadenza annuale ed interessare, dalla prossima edizione, altri comuni della Val Tidone, è emblematica. La stessa è stata realizzata dal disegnatore Michele Alachouzos. Il Mosaik Group eseguirà, nel corso della serata per il gran finale di giovedì, il Messia, la cui partitura consiste di pregevoli pagine scritte per immortalare i valori ed arricchire i rituali dell'antica tradizione ebraica del Klezmer. Questo evento è da intendersi, tra l'altro, quale eco naturale a seguito della "Giornata della Memoria". Il quintetto è formato dal violinista Maurizio Dehò, dalla cantante Maria Colegni, dal fisarmonicista Gianpietro Marazza, dal chitarrista Luigi Maione e dal contrabbassista Luca Garnaschelli. Ad eccezione della voce solista femminile, i quattro musicisti dell'ensemble provengono tutti da percorsi di studio e densi curriculum di esecuzioni dal vivo prettamente jazzistiche, vantando altresì incursioni teatrali e discografiche attraverso i più disparati sentieri musicali: dalle colonne sonore alle partecipazioni televisive, ma soprattutto da tour che li hanno portati ad affrontare la sfida di un pubblico non solo europeo ma addirittura americano (quest'ultimo, storicamente ben più "difficile" quando la proposta sonora non rientra in un repertorio rock o lirico bensì popolare). Tutto ciò contribuisce a rappresentare, apodditticamente, l'intuizione di una garanzia per un riuscitissimo concerto, quanto meno di grande impatto emotivo, il che pare davvero profilarsi all'orizzonte quale degna conclusione di questa rassegna che, come detto, si prefigge uno sviluppi futuri ben più prosperosi, mossa dai valori laici e pacifici di sempre.
Eleonora Bagarotti