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Mercoledì 22 Gennaio 2003 - Libertà

Kraus, quel tenore re di fine millennio

Amici Lirica - In Fondazione l'ultimo atto di "Voci storiche"

Luciano Pavarotti, Placido Domingo, Josè Carreras? Tre tenori "bravissimi in molti ruoli ma, forse, eccezionali in nessuno". Il giudizio (severo, ma giustificato in una prospettiva storica che metta i tre a confronto coi mostri sacri della prima metà del XX° secolo) è risuonato l'altra sera nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. A parlare era il critico musicale Giancarlo Landini che, col collega Giorgio Gualerzi, è stato relatore dell'ultima conferenza del ciclo Le voci storiche del Novecento, curato dagli Amici della Lirica in collaborazione con la Fondazione e la Regione (i quattro incontri, punteggiati da ascolti, sono stati registrati su cd che fra poche settimane gli Amici della Lirica metteranno a disposizione del pubblico). L'ultima tappa di questo appassionante viaggio storico e musicale si soffermava sul periodo che va dal '75 a oggi: un'epoca in cui gli eventi e i protagonisti della lirica si moltiplicano vertiginosamente e, al tempo stesso, il cantante lirico cessa di esistere come divo di massa. Uniche eccezioni, appunto, i "tre tenori di Caracalla", delle cui pur straordinarie carriere Landini e Gualerzi hanno sottolineato i limiti, dettati soprattutto dalle esigenze di uno star-system che iniziò assai presto a indurre ciascuno dei tre ad abbracciare indiscriminatamente qualsiasi repertorio (purché "di cassetta"), dissuadendolo dall'approfondire la propria più autentica vocazione: non a caso i relatori hanno contrapposto ai tre divi l'aristocratica consapevolezza artistica di Alfredo Kraus, definito "il tenore storicamente più importante degli ultimi decenni". Dopo aver fatto ascoltare altre grandi voci degli anni '70 e '80 (mezzosoprani come Fiorenza Cossotto, baritoni come Piero Cappuccilli e Renato Bruson, bassi come Samuel Ramey, soprani come Katia Ricciarelli nel suo troppo breve momento d'oro), Gualerzi e Landini hanno affrontato il terreno sdrucciolevole della scena contemporanea. A proposito di alcuni dei tenori più celebrati di questi anni (Roberto Alagna, Ramón Vargas, Salvatore Licitra, Vincenzo La Scola), i conferenzieri hanno deplorato "le dissennate scelte di repertorio", affermando che "il maggiore problema della lirica contemporanea è il pubblico, che ormai accetta qualsiasi cosa". Un caso a parte è quello dell'ala maschile della belcanto-Renaissance, esemplificata da Rockwell Blake e da Juan Diego Florez, il tenore più universalmente stimato del momento. Per illustrare l'imporsi sulle scene liriche del "teatro di regia", il ciclo sulle Voci storiche del Novecento si è giustamente chiuso con una proiezione: l'orgiastica, erotica, bellissima scena del primo atto del Rigoletto recentemente messo in scena al Covent Garden di Londra da David McVicar. Tutti contenti per l'esito di un'impresa culturale difficile e ambiziosa, che è riuscita a trovare ascoltatori numerosi e attenti oltre ogni previsione.

Oliviero Marchesi

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