Lunedì 20 Gennaio 2003 - Libertà
Le voci storiche del Novecento: gli anni più recenti
Ultimo appuntamento in Fondazione
Ogni bella avventura, purtroppo, ha la sua conclusione. Stasera alle 21, nell'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant'Eufemia, si terrà il quarto e ultimo incontro di "Le voci storiche del Novecento", il fortunato ciclo di conferenze (illustrate da interessantissime antologie di registrazioni) organizzate dagli Amici della Lirica e affidate ai critici musicali Giorgio Gualerzi e Giancarlo Landini, i due "vociologi" italiani forse più autorevoli. "1975- 2000: l'era del cd e del dvd" è il titolo di questa ultima puntata che punta i riflettori su un passato prossimo e un presente dominati, nell'immaginario di massa, dai "tre tenori" Pavarotti, Domingo e Carreras (cui, nel degradato Pantheon delle icone tv, si è aggiunto di recente il "caso Bocelli"). Ma saranno ricordati (e fatti ascoltare) anche molti altri grandi artisti: Alfredo Kraus, Mirella Freni, Nicolai Ghiaurov, Renato Bruson, Fiorenza Cossotto, Enzo Dara, Sherrill Milnes, Jon Vickers. Si parlerà a lungo anche dei maggiori cantanti della scena attuale, da Cecilia Bartoli a Roberto Alagna. Oltre alla sempre maggiore consapevolezza filologica che si è fatta strada nella ripresa del repertorio barocco, settecentesco e preromantico (con l'avvento di un'agguerrita leva di interpreti belcantistici maschili accanto alle regine della Belcanto-Renaissance, dei falsettisti maschili chiamati a "riprodurre" la voce degli evirati dei secoli che furono, degli "strumenti originali" nelle orchestre), un elemento che si impone di prepotenza a qualsiasi ricognizione storica condotta sulle esecuzioni e rappresentazioni liriche degli ultimi decenni (ma che conta precedenti importanti fin da Karajan e, prima ancora, da Toscanini) è la nuova "leadership" acquisita dal direttore d'orchestra, come primo responsabile e demiurgo dell'evento musicale, garante della "verità" e della coerenza drammatica di quest'ultimo contro l'"edonismo canoro" che aveva caratterizzato l'epoca dei cantanti-divi. Un altro elemento, caratteristico dell'ultimo quarto di secolo, è l'apporto fondamentale del teatro di regia. "L'opera - afferma Landini - oggi è prima di tutto teatro, luogo di sperimentazione, svelamento di verità che vanno oltre l'esecuzione della musica. Lo dimostra la riforma delle regie wagneriane, che hanno rinunciato a ogni oleografia e a ogni riferimento didascalico, come la lezione di Giorgio Strehler, Luca Ronconi, Hugo De Ana e Graham Vick, per citare solo alcuni degli artefici di un modo di fare spettacolo che ormai appare irrinunciabile". Per questo, oltre al consueto impianto stereo, nell'Auditorium sarà montato per l'occasione un lettore dvd con schermo, allo scopo di mostrare esempi significativi ("nel bene e nel male" avvertono sornionamente i due relatori) della moderna stagione della regia operistica.
Oliviero Marchesi