Lunedì 6 Gennaio 2003 - Libertà
In arrivo la mostra sui "Giganti"
Il concorso regionale dedicato ai monumenti verdi ha premiato 82 scatti di esemplari protetti. Tra i fotografi degli alberi secolari anche due piacentini
PIACENZA - Arriverà nel Piacentino molto probabilmente il prossimo mese di giugno la mostra regionale sugli alberi secolari dell'Emilia-Romagna che ha visto l'affermazione di due piacentini, Roberto Bertoni ed Ernesto Gobbi nell'ambito del concorso fotografico "Giganti protetti. Gli alberi monumentali in Emilia-Romagna", organizzato dalla Regione Emilia-Romagna Assessorato agricoltura, ambiente e sviluppo sostenibile e dall'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Terminata la "vetrina" bolognese, la rassegna comincerà a muoversi in tourné nelle varie province della Regione. A Piacenza, secondo il calendario, approderà nel mese di giugno. Le fotografie premiate con il concorso fotografico sono 12, seguendo una suddivisione del territorio regionale in 4 ambiti: il primo per le province di Parma e Piacenza (dove Bertoni ha vinto il primo premio e Gobbi il terzo); il secondo per le provincie di Modena e Reggio Emilia; il terzo per le provincie di Bologna e Ferrara; il quarto per le provincie di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. La mostra è formata dagli scatti più belli degli alberi secolari ed arriva come ideale proseguimento dell'anno internazionale della Montagna che si chiude proprio questa mattina a Marsaglia. Per ciascun ambito sono individuati un primo, un secondo e un terzo premio, dopo una valutazione effettuata da una giuria composta da alcuni esperti in materia. Le singole fotografie sono state valutate in funzione della qualità descrittiva, intesa come leggibilità della immagine e insieme delle scelte tecnico-metodologiche di una corretta ed efficace rappresentazione, per l'attinenza alle finalità del concorso, l'albero rappresentato in rapporto con il suo contesto ambientale e storico, naturale e non. Di fatto sono state scelte le fotografie che hanno ritratto l'albero nella sua interezza e per la loro qualità estetica. I 12 scatti vincitori, affiancati da una selezione di 60 delle oltre 1000 fotografie, sono state raccolte in un catalogo realizzato in occasione della mostra tenuta a Bologna nelle scorse settimane. Nel catalogo, della collana "Immagini e Documenti" dell'Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, le foto sono state suddivise per temi anche per evidenziare le motivazioni che hanno portato alla tutela del patrimonio alboreo. Studiosi del settore, nel volume hanno esplorato il tema dell'albero da un punto di vista naturalistico, storico e artistico. In appendice è stato pubblicato l'elenco aggiornato degli alberi tutelati in Emilia-Romagna, individuati a seguito di un censimento svolto negli anni Ottanta, promosso dall'Assessorato regionale all'ambiente e dall'IBC, che ha portato alla schedatura di più di 1000 alberi monumentali singoli, in gruppo o in filare, sparsi su tutto il territorio regionale. Di questi monumenti naturali, oltre 600 negli ultimi vent'anni sono stati sottoposti a tutela con Decreto del Presidente della Giunta, secondo la legge regionale n. 2/77 che stabilisce che "possono essere soggetti a particolare tutela esemplari arborei singoli o in gruppi, in bosco o in filari, di notevole pregio scientifico e monumentale, vegetanti nel territorio regionale". Nel catalogo, non mancano alcune fotografie della rovere grossa di Pieve di Montarsolo, che con un circonferenza di oltre sei metri e una altezza di 28 è la quercia più grande della regione. Attualmente le fotografie sono oggetto di una mostra, organizzata dall'Istituto e dall'Assessorato Agricoltura Ambiente e Sviluppo sostenibile, organizzata nell'atrio della sede del Consiglio regionale in viale Aldo Moro, 50, e rimarrà aperta al pubblico fino al 15 Gennaio 2003. E' possibile anche visitare la mostra virtuale sul sito Internet all'indirizzo www.ibc.regione.emilia-romagna.it e prendere visione delle riproduzioni digitalizzate dei pannelli esposti nella mostra.
Paolo Carini