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Venerdì 3 Gennaio 2003 - Libertà

"Palazzo Enel, occasione storica"

L'assessore alla Cultura rompe il silenzio per spiegare i benefici di un'operazione di marketing urbano. Pareti: attraverso la Galleria Ricci Oddi promuoviamo la città

Nel dibattito sulla destinazione dell'ex Palazzo Enel si incunea un confronto serrato (si veda William Xerra, su "Libertà" del 30 dicembre) intorno alla progettualità culturale a Piacenza. Tema antico che accende nuove scintille, ma soffre di una sfiducia di fondo. Così l'assessore Stefano Pareti (Cultura) interviene, a titolo personale, in attesa che la Fondazione presenti le proposte sulla sistemazione del Nicolini e della Ricci Oddi (esiste un voto unanime del Consiglio comunale passato a favore della convivenza) e che la Giunta e l'attuale Consiglio si pronuncino.
Pareti, nel dibattito sulla sistemazione del Nicolini e della Ricci Oddi, lei ha posto l'accento sull'opportunità per la Galleria.
"C'è il fatto che l'ex palazzo Enel costituisce il naturale ampliamento della Galleria, per questo la Fondazione di Piacenza e Vigevano sosterrebbe i costi dell'intervento edilizio. Ma pare che venga frettolosamente sottovalutato il ruolo fondamentale della Fondazione, proprietaria dell'immobile, dove aspira a veder realizzato un progetto di sviluppo e potenziamento della Ricci Oddi. Sarebbe eccessivo pretendere di imporle altre scelte e aspettarsi che la stessa le voglia finanziare. E quindi mi pare opportuno abbandonare certi toni ultimativi. Perché la Ricci Oddi? Perché è un'occasione irripetibile e di portata storica, che lancerebbe la Ricci Oddi e la nostra città, con una grande operazione di marketing urbano, in campo nazionale, così come analoghe strutture culturali hanno fatto per il turismo culturale a Lodi, Rovereto, Parma, Treviso, Mantova".
Voci autorevoli, come quella di Xerra, avanzano dubbi per l'assenza di un progetto culturale. "L'amico Xerra dice che non si è mai visto il progetto della Ricci Oddi sul proprio rilancio, è vero; ma non cadiamo nell'errore di rinunciare ad un edificio che, quando dovesse esserci un progetto, potrebbe non essere più disponibile. Ma non mi sottraggo allo spunto polemico: la Galleria Ricci Oddi però ha un Consiglio di Amministrazione, nel quale siedono due rappresentanti nominati dal sindaco, il progetto deve essere adottato in quella sede anche se l'intera città può prendere parte alla sua elaborazione. Come assessore alla Cultura posso avanzare qualche linea guida che sottopongo alla valutazione del Consiglio di amministrazione e di chi ha interesse comunque a partecipare al dibattito. Ho certe idee per promuovere un centro di arte moderna (ne riferiamo a parte, ndr)". Mancherebbe, comunque, una vetrina per l'arte contemporanea. "C'è un vuoto a Piacenza, per l'arte contemporanea, che le amministrazioni comunali che si sono succedute non hanno saputo colmare, ma le possibilità non mancano (vedi a lato, ndr)". Torniamo alla Ricci Oddi, come reperire risorse adeguare ad un progetto ambizioso? "Se vi è chiarezza nell'individuare una precisa immagine sull'arte moderna può trovare risoluzione anche il problema delle risorse economiche, degli sponsor. La Galleria Ricci Oddi può proporsi ai tre settori merceologici interessati a questo tipo di sponsorizzazione: assicurazioni, banche, finanza e industria. Quando ci sia un progetto credibile e vendibile, da qualche tempo a questa parte si assiste ad un maggiore interesse e impegno degli operatori economici nei confronti della cultura. E' evidente che tutti devono fare la loro parte, a cominciare dall'Amministrazione comunale, la quale, ove concordi su un progetto come questo, pensando alle ricadute positive sulla città, potrebbe impegnarsi adeguatamente, collocando la Ricci Oddi tra le priorità politiche culturali del Comune".

Patrizia Soffientini

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