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Giovedì 27 Febbraio 2003 - Libertà

La storia di Veleia: da borgo ligure a municipio romano

Ieri la prima conferenza

Lo studio del passato conserva sempre un fascino particolare perché riappropriazione della nostra identità in un processo reso - per contrasto - più accattivante e suggestivo dall'odierna esasperazione informatica. Nell'analisi di reperti storici il discreto spazio riservato ad ipotesi di ricostruzione stimola, poi, curiosità ed immaginazione, valori ancora umani, distanti da un razionale controllo tecnico. Avvicinamento al passato, dunque, non solo come arricchimento interiore ma, anche, per l'ineffabile piacere di riscoprire un mondo oscuro e meraviglioso lontanissimo, ormai, dalla quotidiana esperienza di vita e di lavoro. Nel Piacentino esistono, in particolare, superbe vestigia dell'antichità classica, testimonianze di un glorioso passato non sempre, purtroppo, adeguatamente valorizzato. Veleia, Lugagnano Val d'Arda, abitato di precoce urbanizzazione, gravitante per secoli in ambito romano nonostante l'origine ligure, è uno dei più attraenti e significativi complessi archeologici regionali. Ed il ciclo di incontri "Storie di Veleia" organizzato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano in collaborazione con Soprintendenza per i Beni archeologici dell'Emilia Romagna e Provincia di Piacenza, intende ribadire questo primato culturale, unicità ed importanza del sito come sottolineato nella breve premessa dall'assessore Vittorio Anelli e da Monica Miari della Soprintendenza. Ieri, nella prima relazione "Veleia da oppidum ligure a municipium romano" Mirella Marini Calvani, già Soprintendente ai Beni archeologici dell'Emilia Romagna, ne ha sinteticamente delineato la trasformazione da pago ligure a florido e rispettato municipium romano in un quadro storico fluttuante e denso di avvenimenti epocali. La forte coesione sociale, l'efficienza organizzativa e la potenza militare permisero a Roma di riutilizzare al meglio il patrimonio di civiltà e cultura dei territori conquistati, assoggettare, riordinare ed integrare preesistenze urbanistiche con straordinario vigore espressivo ed estrema flessibilità operativa. E con numerose diapositive l'esperta studiosa ha illustrato l'evoluzione della zona, dai primi e spontanei insediamenti liguri alla regolarizzazione dell'abitato in tre differenti fasi edilizie, dall'abilità muraria dei colonizzatori che ricrearono in piccolo l'immagine dell'Urbe all'analoga maestria degli artigiani che lasciarono opere raffinate ed eleganti. Non solo le celeberrime dodici statue del ciclo giulio-claudio della basilica ma anche statuette bronzee, preziose suppellettili, notevoli esempi di cultura materiale ed elementi architettonico-decorativi sobri e funzionali. Interessantissimo l'argomento del prossimo appuntamento, martedì 4 marzo, ore 16.30: "Una storia infinita: la Tabula alimentaria di Veleia", relatore Nicola Criniti, Università di Parma.

Fabio Bianchi

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