Domenica 23 Febbraio 2003 - La Voce Nuova di Piacenza
"L'inquinamento atmosferico miete molte vittime"
Il primario di Pneumologia: nei prossimi vent'anni sarà la seconda causa di mortalità
"Ma che aria respiriamo a Piacenza?". Una provocatoria domanda per il titolo del convegno tenutosi ieri mattina alla Fondazione di Piacenza e Vigevano sull'inquinamento atmosferico. E la risposta è giunta indirettamente, ma molto chiara, dal blocco totale della circolazione veicolare di oggi. I lavori sono stati presentati da Claudio Tagliaferri, presidente dell'Associazione Residenti Centro Storico, che è anche l'organizzatrice del convegno. Incontro al quale sono intervenuti il primario del reparto di Pneumologia dell'Ospedale di Piacenza, Pietro Bottrighi, il direttore dell'Arpa, Sandro Fabbri, il dirigente della tutela ambientale e del verde del Comune di Bergamo, Nicola Cimmino, e l'assessore piacentino all'Ambiente e Mobilità, Pierangelo Carbone.
Si è parlato a lungo di polveri fini, di riscaldamento, di inquinamento industriale e di rimedi per contrastare le "malattie" dell'aria.
Il primario Pietro Bottrighi ha analizzato le conseguenze dell'inquinamento atmosferico, "che è causa principale di due malattie, l'asma bronchiale e la broncopneumopatia cronica ostruttiva, più semplicemente la bronchite cronica". Le previsioni non sono incoraggianti, dal momento che nei prossimi venti anni l'inquinamento atmosferico sarà la seconda causa di morte in tutto il mondo. E Bottrighi ricorda la pericolosità delle polveri fini, "quelle più sottili sono addirittura in grado di penetrare negli alveoli e agiscono da vettori per le allergie". E i numeri portati dal primario fanno paura. "In un recente studio che prende in considerazione otto città campione, i morti in un anno solare per infezioni polmonari sono state 3.472, 1.887 i ricoveri per malattie respiratorie, 2.710 i ricoveri per malattie cardiovascolari e 30.000 i casi gravi di asma registrati nei bambini".
L'attività dell'Arpa è stata invece illustrata dal direttore Sandro Fabbri che ha parlato delle "ragguardevoli dimensioni della rete di monitoraggio sul nostro territorio che in città si compone delle due stazioni di rilevamento del Pubblico Passeggio e di via Ceno, con l'aggiunta di un laboratorio mobile". Fabbri precisa che il problema non è solo di Piacenza o Gossolengo, centri che hanno aderito alla misura delle targhe alterne, ma anche di altri comuni che al momento ne sono esclusi, quali ad esempio Borgonovo e Pontenure". Ma quali sono le priorità che si devono affrontare oggi? Il direttore Fabbri non ha dubbi. "Negli anni Ottanta le emissioni di azoto e di carbonio erano il problema più avvertito, e qualche risultato è stato raggiunto con l'uso delle marmitte catalitiche. Oggi invece sono Pm10 e Ozono, nel periodo estivo, a preoccupare di più".
L'esempio di Bergamo, terza nella classifica stilata da Legambiente, è stato portato dall'architetto Nicola Cimmino. "Il nostro inquinamento veicolare è alto quanto il vostro - ha chiarito il dirigente comunale riferendosi al pubblico piacentino - ma la buona posizione è dovuta ad altri paramenti presi in considerazione, quali l'inquinamento acustico, il verde urbano, il consumo di acqua potabile". Da urbanista, Cimmino individua i problemi dell'inquinamento proprio nell'assetto urbanistico delle nostre città, che "nel dopoguerra hanno visto accorpamenti privi di una visione strategica tra le parti vecchie e quelle moderne, con riflessi negativi sul traffico".
L'intervento dell'assessore Carbone ha infine illustrato gli interventi strutturali previsti per combattere l'inquinamento, per i quali "la Regione mette a disposizione 65 milioni di euro per il triennio 2003/05, dando priorità a chi, come Piacenza, ha completamente recepito l'accordo".
f.l.