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Sabato 22 Febbraio 2003 - Libertà

L'Istituto di bioetica "sbarca" a Piacenza

Medicina - All'incrocio tra scienza e morale: la sezione regionale trova casa all'ombra del Gotico. Il varo alla Fondazione: "Ci interessa l'uomo, in salute e in malattia"

Nuovi e più spregiudicati orizzonti culturali hanno completamente stravolto l'assetto di molte discipline scientifiche in ambito, soprattutto, biologico. Le ultimissime e sconvolgenti applicazioni dell'ingegneria genetica hanno completamente ridefinito il significato della nostra vita, creato ansie e turbamenti di ordine extrascientifico. Gli scenari futuri sono incerti, fluidi, aperti ad integrazioni di qualsiasi tipo e, in questo delicato momento storico, è più che mai necessaria una ferma riflessione per garantire maggior controllo sui cambiamenti in atto. Il pensiero filosofico ha sempre seguito iniziative ed azioni umane ed anche in questo caso, smessi i paludati abiti accademici, ha elaborato nuovi strumenti d'indagine. La bioetica, derivazione della filosofia di recente formazione come studio delle problematiche religiose e morali sorte con l'inaspettata affermazione della genetica, al costituirsi repentino ed incontrollato di tutte quelle tecnologie estremamente innovative con altissima incidenza sui processi vitali (quali l'eutanasia o la fecondazione artificiale), necessita di un consistente apparato teorico, di un inquadramento culturale generale. In Emilia Romagna mancava una sezione regionale di bioetica e la vivace città di Piacenza ne sta diventando punto di riferimento. Ieri sera, alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, in una breve conferenza è stata presentata la nuova sezione regionale con sede proprio a Piacenza; animatore il piacentino Giorgio Macellari che, coadiuvato da Carolina Cuzzoni, ne ha, sinteticamente, delineato gli obiettivi. Innanzitutto maggior interesse per la componente umana nell'approfondimento del rapporto uomo-medicina, cioè analisi dell'uomo nello stato di salute e di malattia. Quindi tentativo di animare un dibattito a scala provinciale per coinvolgere e sensibilizzare i piacentini; poi fornire pacchetti e percorsi formativi per docenti di scuole medie inferiori e superiori; infine procedere ad una sistematica formazione del personale sanitario per spiegare valori e limiti della bioetica. La neonata sezione dovrebbe stimolare un nuovo modo di pensare e di agire, elaborare cioè una diversa morale per affrontare le contingenze quotidiane e per far ciò è necessario educare le persone, offrire valide ed originali argomentazioni scientifiche utili a comprendere non solo dati freddi ed oggettivi ma anche un più alto profilo disciplinare, lontano da qualsiasi ideologia politica, nel totale rispetto della libertà di pensiero e di tolleranza religiosa per salvaguardare dignità e diritti di ogni essere umano.

Fabio Bianchi

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