Giovedì 13 Febbraio 2003 - La Voce Nuova di Piacenza
Vita cantata con malinconica e sottile ironia
Le canzoni di Jacques Brel, la poesia di Aldo Anthony Gattoni, per una serata (gremita) dedicata all'opera di due autori d'eccezione che, pur con esperienze e strumenti espressivi differenti, hanno fatto delle parole, siano esse musica o poesia, il manifesto di uno stile, del proprio stile di vita. Serata di poesia cantata e recitata, poiché, sorelle, per il ritmo insito nella loro anima, il confine fra canzone e poesia è eccezionalmente labile, e come si può musicare un componimento poetico, allo stesso modo si può recitare una canzone. Serata dedicata alla memoria giacché, come sottolineato da Fausto Frontini, che ha condotto lo spettacolo (organizzato all'auditorium della Fondazione in collaborazione con l'Associazione culturale italo-francese), "senza memoria la poesia non potrebbe esistere, ma la poesia non può essere solamente specchio di ciò che è stato, deve guardare intorno a sé, e soprattutto deve guardare avanti a sé per raccontare quello che ancora non c'è, ma si spera ci sarà. La poesia è il fondamento deontologico dell'essere umano, è l'essenza del vivere su questa terra. Se non esistesse ancora qualcuno capace di trasmettere questi messaggi la nostra esistenza ne sarebbe dilapidata". Un confronto, quindi, fra ricordo e aspettative da cui nasce "quel barlume luminoso di speranza che illumina l'oscuro presente", e quasi a rimarcare le parole di Fausto Frontini, la scenografia dell'Auditorium, che, buio in sala, si è trasformato in un vero e proprio teatro sul cui palcoscenico si sono avvicendati Franco Visentin e Roberto Brivio.
Accompagnati al pianoforte dal maestro Roberto Negri - concertista di chiara fama che ha legato il suo nome ad interpreti di musica leggera fra cui Celentano, Milva e Charles Trenet, e collaborato con i più grandi direttori del Teatro della Scala di Milano da Abbado a Pretre, da Metha a Kleibert. Attualmente esegue concerti in tutto il mondo con Giuseppe di Stefano, Renata Scotto, Leyla Gencer, Carlo Bergonzi e Luis Alva, oltre che essere impegnato come arrangiatore di alcune tra le più interessanti canzoni di Jacques Brel raccolte in un compact disc - Roberto Brivio e Franco Visentin hanno prestato la loro voce per dare corpo al mondo emotivo di Brel e Gattoni.
Di fronte ad un emozionato Aldo Anthony Gattoni, completo rosso fuoco e verve da ventenne, che, annunciando l'uscita per maggio della prossima raccolta di poesie intitolata "Parlando di te", ha voluto sottolineare come "questo incontro dimostra che la gente ama la poesia, specie quando è poesia allo stato puro come è questa sera. Alle volte, però, bombardata com'è da tutto quello che le sta intorno, se ne dimentica. Per mantenere vivo questo amore è necessario portare la poesia alle persone, farla conoscere e mantenere vivo il fuoco dell'amore", Roberto Brivio ha recitato alcune poesie, fra cui molte inedite, ipnotizzando i presenti con la sua voce suadente e il ritmo calibrato da attore navigato. Ripercorrendo il percorso poetico di Gattoni, imperniato sul tema dell'uomo che guarda la realtà attraverso l'idealizzazione, ma anche del profondo amore per le terre natie, la Venezia Giulia, la Dalmazia e l'Istria, nonché l'adottiva Milano, Brivio ha "cantato" poesie storiche come "Gorghi nel fiume", "La mia corona di Re", "Milano Milano" fino ad arrivare alle più recenti "Vorrei essere" e "Uruguagia" che faranno parte della nuova raccolta.
Grande successo anche quello riscosso da Franco Visentin, chansonnier di successo amato dal pubblico piacentino che lo ha potuto conoscere nei primi anni Novanta come ospite del circolo "Il Moderno" di Aldo Panese. Visentin, più volte richiamato sul palco dagli applausi del pubblico, nasce artisticamente sul palcoscenico del Derby Club di Milano, il più significativo tra i locali di Cabaret della scena milanese. Degli anni Settanta è il sodalizio con il maestro Roberto Negri da cui nasce il progetto di portare il recital nei teatri ed in vari locali in tutta Italia, primo tra tutti La Bussola di Viareggio, dove si esibisce in uno spettacolo con Juliette Greco. Attore cinematografico - celebre la collaborazione con Renato Pozzetto con cui ha lavorati in "Saxofone", "Nessuno è perfetto", "Un ragazzo di Campagna", e "L'Italia di pigiama" - trova la sua collocazione preferita sul palcoscenico teatrale, dove, con le sue canzoni a metà strada fra cabaret e canzoni d'autore, può raccontare in musica la vita dell'uomo di tutti i giorni e prestare la sua voce profonda all'interpretazione delle "poesie cantate" di Jacques Brel. Dell'autore belga, che ha attinto a piene mani dalla vita per raccontare i suoi tormenti interiori, Visentin ha la medesima carica teatrale, e la stessa capacità di affascinare il pubblico. Come Brel, che nella Parigi del dopo guerra, esibendosi in piccoli locali sulla riva sinistra della Senna, inventa, con altri cantautori, un nuovo genere musicale fondato sul ritmo melodico quasi recitato, Visentin non si limita a cantare le canzoni, ma le recita, vivendole sulla pelle fino all'ultima emozione. Altro modo di interpretare magistralmente l'opera di Brel, connubio indissolubile fra arte e vita vissuta, non ci sarebbe. Accompagnato al piano dal maestro Negri, e suonando egli stesso la chitarra acustica, Vinsentin ha interpretato le più celebri canzoni dell'autore belga, dalle struggenti "Non lasciarmi solo" e "Veder piangere un amico", imperniate sul tema della solitudine, unica grande paura dell'autore, alle ironiche "Toro" e "I borghesi", eccellente satira sullo stile di vita dei cosiddetti benpensanti.