Venerdì 7 Febbraio 2003 - Libertà
Christian Zucconi, scultore appartato ed arrabbiato
Presentata alla Fondazione la monografia del giovane artista formato alla scuola di Paolo Perotti
"Non si può essere artisti se prima non si è stati artigiani. Il mestiere è fondamentale, così come la conoscenza del passato, della storia". Il giovane scultore piacentino Christian Zucconi, chiamato ad esprimersi sul suo concetto di arte, ha spiegato così il suo credo, sottolineando come per un artista siano comunque le opere a dover parlare più di tanti discorsi. L'occasione per dire qualcosa di sé e del suo lavoro è stata la presentazione ieri pomeriggio all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano della monografia "Christian Zucconi Sculture 1997-2002" con testi di Alberto Agazzani e di Stefano Fugazza. Cinque anni che costituiscono una prima tappa del percorso di uno scultore appena venticinquenne. Alberto Agazzani, critico d'arte reggiano, che ha curato, tra l'altro, la mostra di Palazzo Farnese dedicata a Paolo Perotti, ha descritto Zucconi come scultore "appartato ed arrabbiato", la cui visione dell'arte contemporanea viene "illuminata dalla storia". In questo il critico ha voluto vedere un legame molto forte di continuità con le testimonianze del romanico a Piacenza e a Fidenza, delle quali Zucconi ha confermato di apprezzare l'antinaturalismo. Un rapporto che segnala una profonda vicinanza con l'arte di Paolo Perotti, lo scultore piacentino (ieri presente tra il pubblico alla Fondazione) presso il quale è avvenuto il precoce apprendistato del dodicenne Zucconi, prima degli studi al liceo artistico, a Brera e del lavoro in un laboratorio di Carrara. In questa scelta a favore della tradizione, controcorrente, lontana dalle mode dominanti, che accomuna i due piacentini, secondo Agazzani sta la volontà di aderire ai valori più intimi e profondi dell'arte. "Zucconi è all'inizio della sua parabola - ha proseguito il critico - ma ha già le idee molto chiare e si può notare quanto si sia evoluto, passando da una partenza marcatamente figurativa ad una soluzione dei temi compositivi in termini sempre più astratti". Lo storico Stefano Fugazza, direttore della Galleria Ricco Oddi, accennando ai tanti linguaggi, condivisibili o meno, che affollano il panorama artistico contemporaneo, ha segnalato la possibile esistenza di un movimento di reazione che nasce nei luoghi di provincia e del quale l'opera di Zucconi è testimonianza. "Si avverte in lui una necessità di lavorare verso una direzione difficile, poco remunerativa e isolata". Ad avvalorare quest'ipotesi, la scelta di utilizzare materiali come la pietra. Il discorso sull'arte del secondo '900 ha compreso un accenno alla Galleria Braga, della cui illuminata attività - ha annunciato Fugazza - è in atto una ricostruzione storica.
Anna Anselmi