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Mercoledì 5 Febbraio 2003 - La Voce Nuova di Piacenza

CALASSO - Le storie di Kafka nei nostri giorni

Di che cosa parlano le storie di Kafka? Dopo aver ricevuto innumerevoli risposte, la domanda continua a suscitare un sentimento di acuta incertezza. Sono sogni? Sono allegorie? Sono simboli? Sono cose che succedono ogni giorno? Le molte soluzioni che sono state offerte non riescono a eliminare il sospetto che il mistero sia rimasto intatto. Il libro di Roberto Calasso non si propone di dissipare quel mistero ma di lasciare che venga "illuminato dalla sua propria luce", come scrisse una volta Karl Kraus. Perciò prova a mescolarsi al corso, al tortuoso movimento, alla fisiologia di quelle storie, incontrando via via i quesiti più elementari. Come, per esempio: chi è K.? Roberto Calasso verrà a Piacenza domani sera, alle 21, a parlare proprio di "K" e gli Adelphi. L'editore (che alla guida della famosa casa editrice ha permesso al pubblico italiano di scoprire e di riscoprire molti autori degni di nota e alcuni fondamentali), e famoso autore di testi di divulgazione mitologica, concluderà così il secondo ciclo della serie di incontri "Testimoni del tempo" promossa da Comune e Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Calasso è nato a Firenze nel 1941. Dopo il liceo classico si è laureato in letteratura inglese con Mario Praz con una tesi dal titolo I geroglifici di Sir Thomas Browne. A soli ventuno anni entra nella casa editrice Adelphi, introdotto da Bobi Bazler, suo amico e maestro. Nel 1971 diventa direttore editoriale dell'Adelphi e nel 1990 ricopre la carica di consigliere delegato. Dal 1999 assume l'incarico di presidente della prestigiosa casa editrice e lo scorso anno è stato nominato "visitor professor" per la cattedra Weidenfeld di letteratura europea comparata presso l'Università di Oxford. Parallelamente alla sua attività editoriale prosegue la sua carriera di narratore e di saggista, che lo designa come uno dei più originali autori italiani. I suoi libri, tradotti in molte lingue, indagano il mito e il passato per raccontare il presente dell'uomo.
Nella sua bibliografia ricordiamo: L'impuro folle, Adelphi, 1974; La rovina di Kash, Adelphi, 1983, Le nozze di Cadmo e Armonia, Adelphi, 1988, I quarantanove gradini, Adelphi, 1991, Ka, Adelphi, 1996; La letteratura e gli dei, Adelphi, 2001; e K. (Adelphi, 2002), quarto volume di un'opera in divenire. Al centro un eroe, oppure una vittima, del Novecento. Spiato in ogni sua mossa. È Kafka? O potrebbe essere uno di noi?
"Fin dall'inizio il comportamento di K. appare "sospetto" - ne citiamo alcuni passaggi - . E con qualche ragione. Svegliato mentre dorme nell'osteria su un pagliericcio, dice: "In quale villaggio mi sono perso? C'è proprio un Castello, qui?". Ma, già pochi istanti dopo, ammette di sapere benissimo dove si trova e di non essersi presentato al Castello solo perché l'ora era tarda. Questo comportamento ricorda quello che si osserva nei lettori di Kafka. Spaesamento, sconcerto, stupore. Eppure sanno esattamente dove si trovano - e perché".
Ed altre anticipazioni ancora: "Nessuno scrittore moderno è efficace come Kafka. E nessuno provoca una sensazione così acuta di incertezza. Innumerevoli volte si è formulata la domanda: di che cosa parlano le storie di Kafka? Sono sogni? Sono allegorie? Sono simboli? Sono cose che succedono ogni giorno? Non si può dire che le innumerevoli risposte si siano rivelate, alla fine, del tutto soddisfacenti. Questo libro segue un'altra via: non già dissipare il mistero, ma lasciare che venga illuminato dalla sua stessa luce. Kafka scrisse tre romanzi incompiuti: Il disperso, Il processo. Il Castello. Ma non erano incompiuti soltanto perché mancavano ancora alcuni episodi. Piuttosto, era come se fossero stati concepiti per prolungarsi indefinitamente, anche oltre il loro autore. Il quale, da una parte, custodiva in sé un'esperienza cifrata, inaccessibile, protetta dal "corvo segreto" che sempre gli aleggiava intorno. E dall'altra possedeva il dono di dare nome e forma a cose di tutti e di sempre. Capire quei romanzi implicava ripercorrerli e proseguirli - per svilupparli ancora, come si sviluppa un dettaglio di una fotografia o come da un ramo si sviluppa un ramo minore. E implicava anche mescolarsi al corso, al movimento, alla fisiologia di quelle storie. Sino al punto di trovarsi in un mondo costituito quasi soltanto dagli scritti di Kafka. E allora tornare a porsi il quesito inevitabile: chi è K.?
Calasso autore e Calasso al vertice della casa editrice Adelphi che, ricordiamo, dal 30 maggio 2001, ha aperto online il sito Adelphiana.it, pubblicazione permanente di Adelphi, diretta dallo stesso Calasso, affiancato dalla redazione composta da Matteo Codignola, Ena Marchi e Giorgio Pinotti. Il web magazine, di raffinato e ricercato stampo colto contiene testi, saggi e articoli d'autore.
Nelle pubblicazioni (di carta) celebri vogliamo qui ricordare le opere del mitico Chatwin, che Calasso, come egli stesso ricorda, incontrò "qualche mese prima che uscisse l'edizione italiana di "In Patagonia", nel 1981. Fu un'intesa immediata, come a volte capita. Chatwin fu uno dei pochissimi inglesi che guardando i libri Adelphi non mostrò alcuna sorpresa. Capì immediatamente la forma della casa editrice, cosi come si capisce la forma di un libro". Del mitico Chatwin Calasso è stato per lungo tempo amico e editore.
"Era un inglese autentico - ha avuto modo di ricordare in un recente colloquio con Antonio Gnoli - , ma con una insofferenza spiccata per il proprio paese, era stato nel mondo dell'arte e del collezionismo e se ne era staccato con repulsione, pur mantenendo intatto un certo culto del bello sembrava permanentemente in fuga ma conservava il suo rifugio londinese dove amava ritirarsi. Era socievole e solitario a un tempo".

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