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Martedì 4 Febbraio 2003 - Libertà

Con "Lear", inseguendo il padre come Shakespeare e Almodòvar

La grande illusione - Stasera e domani al Teatro Filodrammatici

Prosegue "La grande illusione" la stagione teatrale 2002/2003 stasera e domani alle 21 al teatro comunale dei Filodrammatici, teatro d'autore comico e di ricerca, con lo spettacolo Lear ovvero Tutto su mio padre tratto da Re Lear di Shakespeare dell'ATIR - Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca, con la traduzione di Laura Curino e la regia di Serena Sinigaglia. Lo spettacolo rientra nella rassegna organizzata da Teatro Gioco Vita, Comune, Fondazione di Piacenza e Vigevano col contributo di Ministero per i beni e le attività culturali, Regione e patrocinio di Libertà. Di grande impatto emozionale lo spettacolo della Sinigaglia prende spunto dal Re Lear di Shakespeare e da Almodòvar, il testo curato dalla Curino non vuol seguire con precisione il testo shakespeariano ma prenderne solo dei punti significativi rispettando la stesura originaria dei brani selezionati evitandone riscritture infedeli. La regista Sinigaglia vede in questo Lear un degno funerale per suo padre, morto quando lei era in tenera età: metafora di uno stato d'animo di una intera generazione che gli psicologi degli anni ottanta hanno definito orfana di questa figura. Affrontare il Lear è quindi colmare questa mancanza o forse è anche soltanto arrendersi definitivamente alla nostalgia, mano a mano che si racconta la vecchiaia e il potere di un Re-bambino. All'interno di una messa in scena influenzata a detta della stessa regista dal film Tutto su mia madre di Pedro Almodòvar, i dieci attori si sfidano su un ring da pugilato, si sparano e camminano su fili lucenti, con acrobazie in cui lo spazio può diventare uno spazio-circo, dove i segni distintivi della regalità del Lear vengono passati: truccandosi la faccia con il cerone bianco i vari attori si "appropriano" del padre che non c'è, travestendolo a mano a mano con giacche dorate, vestaglie e guantoni da boxer, in un ambiente abitato da stendardi, sgabelli circensi e tende rosse e dove la fine tragica viene siglata da una dedica universale. In scena situazioni create intorno alla figura del padre interpretato da attori diversi che indagano il personaggio negli aspetti privati della vicenda. Il lavoro, oltre alla figura del padre, è incentrato su altri due elementi fondamentali: il potere come aspetto pubblico della vicenda e la vecchiaia come possibile contesto e pretesto narrativo. La Sinigaglia nella sua visione drammatica della vicenda pone quindi in risalto la figura filiale sottolineandone l'animo torbido, crudele e ipocrita attraverso l'avvicendamento di vari registri che vanno dal circo al cabaret che rendono lo spettacolo imperdibile e intenso. In sostanza un Lear senza Lear: in scena ci sono figli e non padri, in quanto gli attori, indossando a turno i panni del padre, si interrogano sui loro rapporti coi padri, con la vecchiaia e il potere. Indagine moderna ed intrigante che merita di essere vista. In scena Mattia Fabris, Stefano Orlandi, Arianna Scommegna, Fabrizio Pagella,Fabio Chiesa, Donatella Civile, Marco Fubini, Ugo Giacomazzi, Salvatore Li Causi, Michela Ottolini. Per informazioni e prenotazioni: Teatro Gioco Vita, Via San Siro 9, tel. 0523.332613; 0523.315578. Nei giorni di spettacolo la biglietteria è aperta a partire dalle ore 18.

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