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Domenica 2 Febbraio 2003 - Libertà

Martedì e mercoledì al Filo "Lear", un viaggio nostalgico in cerca di un padre perduto

La grande illusione. Testo e regia ispirati da Shakespeare e Almodòvar

Martedì e mercoledì alle 21 al Teatro dei Filodrammatici si rinnova l'appuntamento con la stagione 2002/2003, La grande illusione, teatro d'autore comico e di ricerca. Doppio appuntamento con lo spettacolo Lear ovvero Tutto su mio padre (tratto dal celeberrimo Re Lear di William Shakespeare) nella rilettura dell'Atir - Associazione Teatrale Indipendente per la ricerca, con la traduzione di Laura Curino e la regia di Serena Sinigaglia. La stagione è organizzata da Teatro Gioco Vita e Comune col sostegno di Fondazione Piacenza e Vigevano, ministero dei beni culturali, regione e Libertà. Di grande impatto emozionale, lo spettacolo della Sinigaglia prende spunto dal Re Lear di Shakespeare ma anche dal regista madrileno Pedro Almodòvar; il testo curato da Laura Curino non vuole seguire con precisione il testo shakespeariano ma prenderne solo punti significativi rispettati nella loro stesura originaria. La regista Serena Sinigaglia vede in questo Lear un degno funerale per suo padre, morto quando lei era in tenera età: metafora di uno stato d'animo di un'intera generazione che gli psicologi degli anni Ottanta hanno definito "orfana" di questa figura. Affrontare il Lear è quindi colmare questa mancanza o, forse, anche soltanto arrendersi definitivamente alla nostalgia, mano a mano che si racconta la vecchiaia e il potere di un Re-bambino. All'interno di una messa in scena influenzata, a detta della stessa regista, dal film Tutto su mia madre di Pedro Almodòvar, i dieci attori si sfidano su un ring da pugilato, si sparano e camminano su fili lucenti, con acrobazie in cui lo spazio può diventare uno spazio-circo, dove i segni distintivi della regalità del non c'è, travestendolo a mano a mano con giacche dorate, vestaglie e guantoni da boxer, in un ambiente abitato da stendardi, sgabelli circensi e tende rosse e dove la fine tragica viene siglata da una dedica universale. La Sinigaglia nella sua visione drammatica della vicenda pone quindi in risalto la figura filiale sottolineandone l'animo torbido, crudele e ipocrita attraverso l'avvicendamento di vari registri che vanno dal circo al cabaret e che rendono lo spettacolo imperdibile e intenso. In sostanza, un "Lear senza Lear": in scena ci sono figli e non padri, in quanto gli attori, indossando a turno i panni del padre, si interrogano sui loro rapporti coi padri, con la vecchiaia e con il potere. Indagine moderna ed intrigante che merita di essere vista. In scena ci saranno Mattia Fabris, Stefano Orlandi, Arianna Scommegna, Fabrizio Pagella, Fabio Chiesa, Donatella Civile, Marco Fubini, Ugo Giacomazzi, Salvatore Li Causi, Michela Ottolini. Per informazioni e prenotazioni: Teatro Gioco Vita, tel. 0523-332613 (uffici), 0523.315578 (biglietteria). Nei giorni di spettacolo biglietteria del "Filo" aperta a partire dalle 18.

(r. s.)

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