Sabato 1 Marzo 2003 - Libertà
Un "Ballo" verdiano di grande successo
Teatro Municipale - Tutto esaurito per l'opera, riproposta a vent'anni dal suo ultimo allestimento piacentino. Ovazioni per il soprano Fantini e apprezzamenti per l'orchestra
E' stato un pienone di quelli veri, col "tutto esaurito" perfino nei palchi (e con code all'ingresso di cui approfittavano i militanti della Lega Nord intenti a distribuire volantini contro l'ingresso della Fondazione Toscanini nella gestione del Municipale). A vent'anni giusti dal suo ultimo allestimento piacentino (firmato dal direttore d'orchestra Angelo Campori, con la grande Fiorenza Cossotto nella parte di Ulrica), "Un ballo in maschera" di Verdi è andato in scena ieri sera al Municipale con grandissimo successo.
Il ritorno di un'opera di "grande repertorio" - e di grande repertorio verdiano, per giunta - dopo la raffinatissima, quasi elitaria scelta dei titoli d'apertura della nostra stagione lirica (il Tancredi di Rossini e L'Olimpiade di Pergolesi) ha attratto irresistibilmente i melomani concittadini. Prodotto dal Teatro Comunale di Bologna col nostro Municipale e coi teatri lirici di Ferrara, Modena e Reggio Emilia, questo Ballo in maschera ha visto sul podio Daniele Gatti, un direttore d'orchestra fra i più noti della nuova generazione italiana che si sta imponendo sulle scene internazionali, la cui dinamica e vibrante lettura ha esaltato il "sinfonismo" della partitura e le sottolineature drammatiche dello stato d'animo dei personaggi che la musica offre a ogni passo. La più ammirata della serata è stata Norma Fantini, il bravissimo soprano che impersonava Amelia e che ha mietuto grida di "brava!" fin da Ecco l'orrido campo. Ma altrettanti applausi ha ottenuto il tenore Alberto Cupido nei panni di Riccardo. Caldi consensi - soprattutto al termine di Eri tu - sono andati anche al baritono Carlo Guelfi (Renato), a proposito del quale il commento ricorrente fra gli spettatori era: "Non ha una voce imponente, ma è uno dei baritoni più convincenti che ci siano oggi". Applausi per il bel mezzosoprano Malgorzata Walewska (Ulrica), per il soprano Oriana Kurteshi (Oscar) e anche per i comprimari Paolo Orecchia (Silvano), Carlo Di Cristoforo (Samuel), Manrico Signorini (Tom), Stefano Consolini (giudice) Gianluca Ricci (servo) e per il coro del Comunale. Se l'esecuzione piace e convince ("Grande orchestra e belle voci" sintetizza una vecchia gloria della nostra lirica come il baritono Carlo Torregiani) eccezion fatta per qualche loggionista irriducibile, a dividere il pubblico è la messa in scena firmata da Denis Krief, che "riattualizza" un suo lavoro del '97 per il teatro di Brema: si ode qualche ironia sull'astratto minimalismo delle scene, sulle ironiche coreografie nell'antro di Ulrica e anche sui costumi ("con quelle giacchette a bottoni gli uomini sembrano tutti ascensoristi di hotel" dice qualcuno). Altri, invece, apprezzano l'allestimento: "Mi è piaciuto per la sua brillantezza volutamente falsa, in cui la morte arriva in scena inaspettata". Un ballo in maschera sarà replicato al Municipale domani alle 15.30 (turno B di abbonamento).
Oliviero Marchesi