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Sabato 28 Maggio 2005 - Libertà

"Basta promesse, vogliamo attenzione"

Richiesta di chiarimento nella maggioranza: vogliamo capire chi decide. La Provincia: Uno spunto per cambiare il metodo. Le tre Comunità montane e quattro consiglieri scrivono a Boiardi

Piacenza - "Basta promesse, serve concreta attenzione ai problemi della montagna". Stufi di attendere "precise risposte" che ad oggi non sono ancora arrivate, i presidenti delle tre Comunità montane piacentine e quattro consiglieri provinciali di maggioranza hanno scritto al presidente della Provincia Gianluigi Boiardi e all'assessore alla montagna Alberto Borghi per chiedere un confronto di chiarimento e "una riflessione sulla futura programmazione dello sviluppo provinciale". A firmare il documento sono quasi esclusivamente rappresentanti dei partiti della stessa coalizione di centrosinistra che guida l'Amministrazione di corso Garibaldi: i presidenti delle Comunità montane Gianluigi Molinari (Margherita), Mauro Guarnieri (Margherita) e Franco Carlappi (l'unico di centrodestra) e i consiglieri Andrea Cunico (Piacentini uniti), Paolo Briggi (Italia dei valori), Antonio Vincini, Mario Vincenti (entrambi Margherita).
"In questi primi mesi di attività amministrativa abbiamo assistito ad un piacevole ritorno di interesse sulle tematiche e sui problemi dell'Appennino piacentino", hanno scritto i sette firmatari, sottolineando anche di aver "ascoltato con interesse il dibattito, fiduciosi e ottimisti rispetto a una nuova attenzione verso la montagna". Ma - osservano con dispiacere - "siamo ad oggi in attesa di precise risposte". Motivo per cui ritengono che, "dopo un anno di lavori e di avvio di "tavoli" e gruppi di lavoro", sia ora di "fermarsi un attimo e riflettere". Anche perché, continua la lettera, "i primi segnali pervenuti sono purtroppo preoccupanti, soprattutto nell'attenzione rivolta alla montagna". E, per decidere i provvedimenti per l'Appennino, "le Comunità montane rivendicano un ruolo da protagoniste", ma soprattutto vogliono avere spiegazioni sui meccanismi decisionali - si dice nella lettera - per "capire chi decide, quando decide e cosa decide". "Una nostra presa di posizione - commenta Molinari - era ormai necessaria, anche perché ho notato che con il buonismo non si ottiene molto. Abbiamo bisogno di un chiarimento su alcune questioni perché abbiamo di fronte quattro anni di lavoro con buone opportunità, anni nei quali vogliamo che le Comunità montane abbiano un ruolo importante e strategico". "Ci sono - prosegue - assessori provinciali che si stanno impegnando sui temi specifici della montagna, ma ciò che richiediamo è una visione più allargata che non si limiti alle singole questioni. E questo è un importante punto di partenza perché poi dovremo anche confrontarci con un'altra importante istituzione che è la Fondazione, con la quale auspichiamo una collaborazione per discutere i nostri progetti concreti". "Tutto questo - conclude Molinari - nasce anche attorno a una considerazione sul dibattito per il Patto strategico, nel quale abbiamo notato una forte concentrazione da parte di tutti sulle tematiche della città e una scarsa attenzione ai problemi che riguardano non solo la montagna ma tutta la provincia. C'è qualcosa che ci sfugge e per questo abbiamo chiesto l'incontro: crediamo che la Provincia lo farà e da lì cercheremo, all'interno della nostra coalizione, di chiarirci e di impostare un nuovo metodo di lavoro". Da parte sua l'assessore Borghi preferisce gettare acqua sul fuoco: "Questa amministrazione ha iniziato subito il suo lavoro. Io in particolare, che ho avuto la delega alle politiche della montagna, ho svolto il ruolo di coordinamento tra Comunità, Comuni, Provincia e Regione specialmente nell'ottica della nuova Legge regionale. Questa è una sfida per cambiare le politiche per la montagna e per venire incontro a molte critiche venute in questi anni dalle nostre montagne che, per le loro caratteristiche morfologiche, sono tra le più svantaggiate della regione". "Dove abbiamo potuto intervenire autonomamente - conclude Borghi - l'abbiamo fatto. La lettera non mi è piaciuta, ma la vedo come un travaglio per cambiare il metodo: tutte le possibilità di ragionare insieme, tutte le occasioni di confronto non sono che occasioni positive per chiarire i compiti e i doveri di ognuno ed il contorno nel quale muoversi. Mi rendo conto delle difficoltà, ma è un percorso che dobbiamo fare tutti per cambiare l'approccio al problema".

Pier Carlo Marcoccia pcm@liberta.it

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