Sabato 1 Marzo 2003 - Libertà
I giardini fra tradizione agricola ed evasione
Presentato in Fondazione il libro "Geometrie e botanica" di Anna Maria Scaravella
Se il giardino, storicamente, era artificiale esaltazione della natura, nei moderni giardini insorgono altre e più sentite esigenze cui la paesaggista piacentina Anna Maria Scaravella ha dato eloquenti risposte. Nelle sue maggiori creazioni raccolte nell'elegante volume "Geometrie e botanica. Il giardino contemporaneo", Electa editore, presentato ieri alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, moderatore Stefano Fugazza, ritroviamo le più aggiornate tendenze. Non solo necessità tecniche, funzionali e scenografiche ma anche espressione di una gloriosa tradizione agricola, recupero di spontaneità naturali e personalizzazione per soddisfare committenza pubblica e privata. Ed ancora: giardino come affinamento di gusto e sensibilità; trionfo dell'evasione "oziosa"; riproposizione dell'"hortus conclusus" dei mistici recinti conventuali, un sito solitario dove isolarsi per riflettere. Com'è nata la passione per i giardini? "La passione per i giardini è nata quando ancora ero bambina. Abitavo in un'azienda agricola ed una contadina mi ha insegnato i primi rudimenti sulla coltivazione di fiori ed ortaggi. Poi ho coltivato questa passione e ho sempre desiderato fare l'architetto dei giardini. Dopo il liceo mi sono laureata a Firenze in Scienze forestali, una bella esperienza dove ho imparato a conoscere piante, clima, vegetazione, l'utilizzo delle piante nelle varie fasce fitoclimatiche". Quali sono le principali tipologie di giardino utilizzate nei suoi lavori? "Amo tantissimo il giardino arabo e rinascimentale. Il giardino arabo ha struttura di stanza all'aperto, felice fusione tra elementi architettonici e vegetali, soprattutto acqua. Il giardino rinascimentale è un susseguirsi di stanze all'aperto con vari terrazzamenti sempre con uso dell'acqua. Mi piacciono i giardini strutturati architettonicamente e le piante ma trovo che la cosa principale per la progettazione di un giardino sia l'impianto architettonico". Quali sono i giardini più importanti realizzati nel piacentino? "Alcuni giardini riportati nel libro "Geometrie e botanica" sono stati realizzati nel piacentino e, tra i più importanti, c'è la pieve di Vernasca con recupero naturalistico delle pertinenze e riutilizzo di specie del luogo, melo selvatico, sorbi, arbusti spontanei come biancospino, viburno ed evonimo, poco conosciuti e considerati quasi come infestanti e che rivestono, invece, notevole importanza paesaggistica ed estetica. Nel borgo di Vigoleno, invece, ho realizzato un camminamento alla base del muro di cinta sfruttando una particolare situazione microclimatica con essenze molto sensibili al freddo, erbe aromatiche, rosmarino ed ulivo documentati a Vigoleno, corbezzoli e melograni da frutto che hanno vegetato benissimo. Il terzo è all'interno della galleria Ricci Oddi, molto semplice, costituito da quattro aiuole con cordolature in pietra ed, al centro, un melograno per rispettare l'architettura del luogo, un intervento assolutamente minimalista per far risaltare il chiostro. Da ultimo il parco pubblico di via Degani a Piacenza; orti per anziani ed una parte pubblica dove sono stati realizzati pergolati, due canali che ricordano gli antichi rivi che attraversavano la zona sempre utilizzata ad orto, un piccolo spazio per i bambini, aree lungo i lati perimetrali delle superfici boscate e poi un'area vicino ai pergolati con maglia geometrica per ricordare gli antichi frutteti".
Fabio Bianchi