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Sabato 22 Marzo 2003 - Libertà

Una sorprendente Turandot, brilla la Patanè

Teatro Municipale - Successo per la prima messa in scena dell'opera pucciniana, in replica domani al matinée. Apprezzate le coreografie, applausi ai coristi stagione lirica 2002-2003: quarto appuntamento

"Ho visto e ascoltato tante opere in vita mia, ma Turandot è quella che mi emoziona di più. Per questo spero che la facciano bene" confidava al Municipale un appassionato di lungo corso, pochi minuti prima che l'elegante sipario nero marcato da uno scarlatto ideogramma cinese si aprisse sulla Turandot andata in scena con grande successo ieri sera come quarto appuntamento della stagione lirica 2002-2003 con Lukas Karytinos alla guida dell'Orchestra della Fondazione Toscanini. L'attesa del nostro interlocutore per questo capolavoro di Giacomo Puccini, amatissimo dal pubblico lirico e assente dalle scene piacentine da ben 32 anni, era ampiamente condivisa, a giudicare dalla folla di spettatori che gremiva il teatro in ogni ordine di posti (era presente anche Douglas McElheney, console generale degli USA in Italia a Milano). E, a quanto pare, non è andata delusa. E' stata una Turandot di sorprese fin dall'inizio. Prima il curioso colpo d'occhio di un'arpa affacciata alla "barcaccia" di sinistra: parte degli strumentisti è stata infatti dislocata nei palchi e dietro le quinte, sia per le dimensioni dell'orchestra, sia per sfruttare in senso teatrale gli effetti "spaziali" della musica. Poi l'annuncio diffuso dagli altoparlanti prima dell'inizio: "La signora Francesca Patanè, nonostante la forma influenzale che l'ha colpita, ha deciso di andare ugualmente in scena nella parte di Turandot". Agli applausi di solidarietà si mescola una certa apprensione del pubblico per le sorti dello spettacolo, destinata a trasformarsi di lì a poco in rassicurato sollievo di fronte alla carismatica performance che l'affascinante e temperamentoso soprano saprà offrire a dispetto dalla sua indisposizione. La terza sorpresa, a sipario aperto, è la lunga scena muta con un mimo-alabardiere prima del familiare attacco della musica: una piccola libertà che annuncia uno spettacolo dalla forte impronta di "teatro di regia". Ma se in questa stagione il pubblico del Municipale ha spesso mugugnato di fronte alle alzate d'ingegno dei registi lirici, ecco la quarta sorpresa: la pur anti-tradizionale messa in scena di Giuseppe Frigeni (giocata sulle simbologie di nero, bianco e rosso) piace, avvince, seduce con le sue eleganti, essenziali geometrie e il serrato gioco di luci e movimenti coreografici. Come sempre, tuttavia, sono state in primo luogo le voci a decidere il successo dell'opera. Se la Patanè ha colpito il pubblico con la sua esperta padronanza di una parte impervia e "terribile" e con la sua arte scenica, consensi sono andati anche al Calaf del tenore Renzo Zulian (con un grande applauso dopo Nessun dorma) e più ancora alla dolce Liù del soprano Cristina Barbieri (con applausi a scena aperta dopo Signore, ascolta e Tu che di gel sei cinta). Buon successo per Paolo Borgogna, Gianluca Floris e Alessandro Cosentino nelle parti di Ping, Pang e Pong (un trio assai dinamico anche scenicamente) e consensi pure per Riccardo Ferrari (Altoum). Applausi anche per i coristi (il Coro del Teatro Municipale di Modena diretto da Stefano Colò e il Coro di voci bianche Schola Puerorum diretto da Daniele Bononcini) e per i comprimari Stefano Consolini (Altoum) e Lorenzo Muzzi (un mandarino). Positivo anche il giudizio della maggioranza degli spettatori sulla prova di Karytinos e dell'Orchestra Toscanini alle prese con questa partitura ardua quant'altre mai. La Turandot sarà replicata domani alle 15.30 (turno B di abbonamento), col soprano Susanna Branchini a sostituire Cristina Barbieri nella parte di Liù.

Oliviero Marchesi

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