Domenica 9 Marzo 2003 - La Voce Nuova di Piacenza
"A Caorso scorie assai radioattive"
Tasso più alto di quello del materiale originario
L'ingegner Giuseppe Bolla, dirigente Sogin (Società per la gestione degli impianti nucleari), invitato dalla Scuola San Benedetto, ove da tre anni è attivo un Liceo della Comunicazione, ha tenuto presso l'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, una conferenza dal titolo "La gestione dei rifiuti radioattivi". Un grosso problema che ci interessa da vicino. E' da risolvere e è risolubile. Occorre la volontà politica che assicuri e consenta le necessarie infrastrutture, cioè: un quadro legislativo, criteri per il trattamento dei rifiuti, la copertura finanziaria. Esistono le garanzie di sicurezza, dice Bolla, a patto che il tutto venga gestito con serietà. Le tecnologie ci sono. Basta applicarle. Già altre nazioni lo hanno fatto. Noi siamo rimasti indietro. Pensavamo di aver chiuso col nucleare, invece i problemi di smantellamento delle centrali atomiche, da noi ripudiate, ripropongono alla grande la questione. La centrale di Caorso contiene molte scorie radioattive, molto più radioattive del materiale originario necessario per la produzione, perché i prodotti della fissione nucleare, cioè i frammenti in cui, per produrre energia, si spacca il nucleo di particolari elementi, detti fissili, quando è bombardato con neutroni, sono elementi nuovi, instabili, dall'intensa attività radioattiva.
L'ingegner Bolla, nativo di Caorso, ha una grande esperienza in campo nucleare e proprio sulla centrale di Caorso. Lì ha lavorato nel momento più delicato, cioè durante l'avviamento, lì è stato Capo Centrale dal '90 al '97. Ora ha la responsabilità della sua dismissione.
La quantità di rifiuti radioattivi presenti in Italia non pone rilevanti problemi, assicura Bolla. Una stima di questi rifiuti è dell'ordine dei 100.000 m3. La maggior parte di essi sarà prodotta dallo smantellamento degli impianti nucleari esistenti. La produzione annua, da ospedali e industrie, è di circa 500 m3.
Altri rifiuti pericolosi (amianto, oli, residui industriali, etc.), che mantengono intatte nel tempo le loro caratteristiche di pericolosità, sono invece prodotti al ritmo di 3.600.000 m3 all'anno. A livello internazionale si è stabilito che l'obiettivo della gestione dei rifiuti radioattivi sia proteggere l'uomo e l'ambiente ora e in futuro, senza imporre oneri indebiti alle future generazioni.
Luisa Follini