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Sabato 8 Marzo 2003 - Libertà

Una piazzetta per i disabili

Decoro urbano e solidarietà. Iniziativa a Barriera Torino

Esperienza da importare: tante piccole cooperative di quartiere per consolidare i legami con il territorio
"Una piazzetta della solidarietà in piazzale Torino realizzata da alcuni giovani disabili insieme ai ragazzi del liceo artistico Cassinari". Eugenio Bonelli, responsabile del settore handicap adulti dell'Ausl di Piacenza, relatore l'altra sera al corso per volontari organizzatto dal Sap ( Servizio di aiuto alla persona) ha lanciato la proposta. Come ha sottolineato Piera Reboli, responsabile dei Servizi Sociali del comune "si tratta di un progetto per l'anno del disabile. Abbiamo fatto domanda al ministero e stiamo aspettando una risposta. L'idea è di abbellire con un po' di verde, decoro, alcune panchine, l'area intorno a quella palazzina di piazzale Torino che vende oggetti realizzati dai disabili e che entro Pasqua dovrebbe anche essere rivestita dai pannelli artistici realizzati lo scorso anno". Tema del corso per volontari organizzato l'altra sera dal Sap "La rete di servizi esistenti sul territorio a favore dei portatori handicap". "Con orgoglio posso dire che non abbiamo liste di attesa" ha sottolineato Bonelli. Una volta che i ragazzi disabili terminano le scuole l'Ausl deve predisporre per loro un progetto riabilitativo di vita, che sia in primo luogo di qualità. Primo servizio è dunque di orientamento alle famiglie. Due i percorsi successivi: formazione e preparazione al lavoro. A Piacenza sono tre le strutture pubbliche: due centri socio-riabilitativi diurni, a Cà Torricelle e in via Buozzi. Alla Veggioletta il laboratorio di falegnameria "Picchio Rosso". Altri servizi sono soluzioni abitative per persone che non possono vivere nelle loro famiglie: centri socio-riabilitativi residenziali che non superino le 15 unità (servizio anche notturno in via Buozzi) oppure "gruppi famiglia" ( due centri in via Scalabrini). In questo ambito si inserisce il rapporto di collaborazione con il mondo del volontariato. Allo studio c'è un progetto di casa- famiglia con l'Assofa. "C'è un bel rapporto di collaborazione- ha sottolinetao Bonelli- con il privato- sociale, con il Germoglio ad esempio è attivo un laboratorio sulle erbe officinali".
In provincia la situazione è un po' più complicata, come ha spiegato Ugo Coperchini, del distretto Ausl Val d'Arda. "Occorre coordinare 17 comuni, alcuni di montagna altri di pianura. Il centro rimane Fiorenzuola, ma il problema spesso è il trasporto".
Altro problema "il dopo di noi", dare risposta a quei genitori anziani che si preoccupano per il futuro dei loro ragazzi. "Fino ad ora è bastato il centro residenziale di Fiorenzuola che ospita 15 disabili. In progetto c'è una nuova struttura già finanziata, ma ci vorranno due o tre anni per vederla in piedi". La collaborazione con il privato- sociale nei piccoli comuni di provincia è fondamentale per riempire il dopo-centro, il tempo libero dei ragazzi, momento importante nel quale, evidenzia Bonelli, devono giocare le abilità acquisite. Ed è la strategia del "campo di fragole" la soluzione vincente portata da Patrizia Ridella, presidente della cooperativa sociale La Bula di Parma. Tante piccole cooperative di quartiere, che riescono a consolidare stretti legami con il territorio. Prossimo appuntamento con il corso del Sap martedì prossimo alle 21 alla Fondazione in via sant'Eufemia.

Chiara Messori

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