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Sabato 8 Marzo 2003 - Libertà

"Solo il sito nazionale puo servire a risolvere il problema di Caorso"

Incontro con l'ex direttore Bolla

"Se c'è un posto poco adatto al deposito nazionale è la zona golenale dove si trova Arturo" "Quanto si fa a Caorso ci garantisce dal rischio terrorismo"
Piacenza - La questione principale per risolvere il problema dei rifiuti radioattivi in Italia rimane quella di "mettere in esercizio un sito nazionale" per il loro stoccaggio. Un sito che se non sarà definitivo, avrà comunque una vita molto lunga, in attesa di "una soluzione a livello internazionale per quanto riguarda le scorie ad alta attività". Sono alcuni dei concetti emersi ieri pomeriggio nel corso dell'incontro all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant'Eufemia, dove ha parlato Giuseppe Bolla, già direttore della Centrale di Caorso e dirigente della Sogin, la società incaricata della dismissione delle centrali nucleari italiane. Il tema della conferenza, d'attualità più che mai, dopo la recente dichiarazione dello stato d'emergenza, in relazione all'allarme terrorismo, per i territori sui quali sono presenti centrali nucleari, era "La gestione dei rifiuti radioattivi". Bolla ha affrontato l'argomento in modo molto generale, ma, anche grazie ad alcune domande venute dal pubblico e dai promotori dell'iniziativa (la scuola San Benedetto, presso l'istituto delle suore di clausura su Corso Vittorio Emanuele, dove è attivo un liceo della comunicazione, rappresentato ieri dal preside don Luciano Ravetti e dalla professoressa Luisa Follini) si sono toccati alcuni dei nodi non ancora sciolti sui quali l'opinione pubblica, il governo, il parlamento e le istituzioni statali e locali hanno discusso nelle ultime settimane. Uno dei timori più volte manifestati a Piacenza è che il sito nazionale possa essere realizzato proprio a Caorso. "Se c'è un posto poco adatto - ha puntualizzato perentorio Bolla - è la zona golenale dove si trova l'ex centrale nucleare di Caorso". Ma quanto al luogo dove verranno stoccati i rifiuti radioattivi italiani, di certezze sembrano proprio non ce ne siano. "Esistono una serie di possibilità teoriche - ha detto il dirigente di Sogin - ma una decisione in merito non è ancora stata presa". In attesa dell'arrivo dei cask (i contenitori-scudo in metallo dentro i quali dovrà essere messo l'uranio irraggiato della centrale) e del sito nazionale, la situazione, dice Bolla, è comunque sotto controllo. "È vero che le centrali nucleari non sono state pensate per attacchi come quelli dell'11 settembre alle Torri Gemelle, ma quello che si sta facendo a Caorso per la sicurezza ci garantisce dal pericolo del terrorismo". Altro problema su cui lavorare è quello legislativo. "Sono necessarie delle leggi chiare - ha osservato ancora il relatore - che indichino i valori sotto i quali non siamo in presenza di materiale radioattivo. A Caorso ci sono delle regole molto restrittive che comportano grosse complicazioni a livello gestionale dei rifiuti e delle scorie".

Paolo Marino

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