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Giovedì 6 Marzo 2003 - Libertà

Einstein, nei segreti della relatività

I mercoledi' della scienza - Pubblico attento in Fondazione per Tucci, docente di fisica applicata. Grazie al geniale scienziato nacque una nuova epoca

La figura di Einstein nel contesto scientifico contemporaneo e l'importanza della rivoluzionaria teoria della relatività come base per approfondire ulteriormente gli studi e definire una teoria unitaria del campo fisico integrando sia la sperimentazione empirica che l'apparato teorico evitando, in particolare, concetti privilegiati o fuorvianti come sistemi inerziali, spazio e tempo assoluti. Ieri alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, nella seconda parte del ciclo La matematica e la vita quotidiana nell'ambito dei "Mercoledì della scienza", organizzati da Dipartimento di matematica e fisica del liceo scientifico Lorenzo Respighi ed Associazione amici dello stesso liceo, con la relazione "Per mezzo secolo a cavallo di un raggio di luce. Lo sviluppo del programma relativistico di Einstein dall'adolescenza fino alla vecchiaia". Pasquale Tucci dell'istituto di Fisica Generale Applicata all'università degli studi di Milano ha illustrato uno degli aspetti più importanti della relatività di quel sommo genio che riuscì a creare quella portentosa costruzione che ha completamente rivoluzionato assetto e mentalità della disciplina inaugurando una nuova epoca. Qual è stato il contributo di Einstein a questi studi? Einstein è conosciuto per aver contribuito, perlomeno, a tre teorie; la teoria della relatività ristretta, della relatività generale e dei campi unificati. Mentre le prime due sono considerate teorie scientifiche, c'è qualche dubbio sulla terza perché Einstein non riuscì ad elaborare una teoria dei campi unificati sebbene ci abbia lavorato per tutta la sua vita al punto che, pochi mesi prima della morte (1955), stava scrivendo un articolo sull'argomento. C'è allora continuità di atteggiamento da parte sua quando elabora la teoria della relatività ristretta prima e quella generale poi e la teoria dei campi unificati e che relazione c'è con incursioni in altri campi della scienza, effetto fotoelettrico, l'introduzione dei fotoni o dibattito con Bohr sui fondamenti della meccanica quantistica. A mio avviso c'è continuità tra l'Einstein sedicenne il quale si chiedeva cosa succederebbe cavalcando un raggio di luce e l'Einstein che, in punto di morte, stava pubblicando l'articolo. E questa continuità era basata su principi che lui ha cercato di seguire ma che, nel corso dei decenni, hanno perso l'equilibrio tra la parte creativa e la parte di controllo attraverso l'esperienza. Qual è l'importanza dello scienziato nell'immaginario collettivo? Einstein è stato lo scienziato più raffigurato con una fama che è fuoriuscita dal suo laboratorio. E questo ha fatto sì che si formassero molte icone, Einstein con i capelli arruffati che suona il violino, che va in barca a vela, che fa le linguacce, mago Merlino… C'è qualche relazione tra queste immagini e quanto fatto dal punto di vista scientifico? La risposta non è molto semplice. E' evidente che, da un certo punto in poi, dal 1920 circa, Einstein divenne personaggio pubblico a tutti gli effetti, soprattutto dopo il premio Nobel. E lui, a questa immagine pubblica, ha dato molti contributi, nel primo dopoguerra per dimostrare come la scienza potesse essere una sorta di unificazione a livello molto alto di civilizzazione. Si è impegnato, poi, contro il nazismo facendo sì che gli Stati Uniti lanciassero il programma per l'atomica e si è impegnato nel secondo dopoguerra in attività pacifiste e giocando un ruolo pubblico si perde il controllo della propria immagine.

Fabio Bianchi

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