Giovedì 26 Maggio 2005 - Libertà
Il tempo come linguaggio spirituale
Domani in San Cristoforo quattro artisti in mostra e un concerto
Il tempo come linguaggio e misura del nostro quotidiano subisce una traumatica contrazione nel passaggio dalla vita alla morte. Tutto scorre fino ad un certo punto. Poi non scorre più. E su questa "scrittura" del vivere azzerata, su questo transito oscuro, solo l'artista può forse costruire un'indagine che abbia senso, valore intimo. Solo una "fiammata" intuitivo-poetica può riavvicinare i lembi di quel lenzuolo strappato che è l'esistenza al limite. Poi, il nascondimento. Il riscatto per chi ha fede, o l'interrogativo laico.
Nasce da questo bisogno di una trascendenza ancora "umana", a noi confinante, intrisa di dubbio e di attesa, ma anche di fiducia, la mostra-evento intitolata "Nel Tempo Sospeso" che si svolge a partire da domani - inaugurazione alle 18 - sino al 5 giugno, nell'Oratorio di San Cristoforo (ore 10-12.30, 17-19) di via Genocchi, angolo via Gregorio X. L'iniziativa è in collaborazione con l'Istituto Diocesano di Musica Sacra San Cristoforo, che ha in gestione l'Oratorio, e il Fai (Fondo Italiano per l'ambiente), ha il patrocinio del Comune e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della Provincia. Ne sono protagonisti Milena Prandi e Romano Bertuzzi, artisti visuali, Giancarlo Carraro, che lavora sul suono e il poeta Giovanni Zilioli. L'ambiente scelto è quello della chiesa detta della "Buona morte", perché vi ebbe sede la Confraternita così denominata. Spazio tutto da scoprire. Il tempio seicentesco, riaperto dopo i restauri, solo due anni fa, ma di rado visibile, è un'unità chiusa e raccolta intorno ad una pianta centrale, enfatizzata con grande suggestione dalle pitture in cupola di Ferdinando Galli da Bibiena, che collaborò con l'architetto progettista Domenico Valmagini. Alle pareti, angeli allusivi - c'è anche una morte allo specchio - amplificano lo spirito insolito del luogo, un piccolo teatro della trascendenza. San Cristoforo sarà eccezionalmente aperta - e questo è l'evento - per una decina di giorni, presenti gli artisti, per essere finalmente conosciuta dai piacentini. In quanto agli autori, sono accomunati da una ricerca che potremmo chiamare del nuovo spiritualismo. Nel tentativo di riconciliare la coscienza attiva con il più ingombrante "ospite" della vita: la sua finitezza, offrendo motivi di riflessione anche alla posizione laica e aconfessionale. E' l'indagine su un passaggio di stato. All'orrore contempraneo delle guerre e del terrorismo, che sviliscono e annullano l'essere, l'arte tenta di opporre una percezione alta del destino umano, tragico ma sublime e ulteriore, ne coglie il sospiro di continuità, il desiderio di senso. Milena Prandi, che da anni lavora sui "trapassi" della materia e la salvaguardia della memoria, intensa anche come impegno etico, presenta una serie di ritratti su marmo "prelevati" dal cimitero di Lavagna. Busti di tipi umani dai forti umori caratteriali, trattati e impressi con sofisticati procedimenti fotografici. Visi che sono storie di un sentimento passeggero o di una esistenza intera, più vivi dei vivi. Ad interpretarli, i versi del poeta Giovanni Zilioli, con parole essenziali, intense e folgoranti, lievitate da una vitale compassione che oscilla tra domanda e attesa di chi è già "oltre" e più liberamente osserva se stesso: "Non esiste un mondo/"altro"/da questo solo e presente./Il nostro esserci, muta./La nostra caduca/disapparente figura". Romano Bertuzzi è presente con alcuni dei suoi ultimi lavori: un'installazione suggestiva, che non sveliamo, e disegni di evidenza iperrealistica di sassi e cortecce, nel tentativo di ricreare il senso di un tempo assoluto, astorico, che tutto avvolge, quasi pietrificato. Giancarlo Carraro, esploratore del suono, qui costruisce la sensoriale via di passaggio tra materialità e trascendenza attraverso una sequenza di rumori dal naturale al sovrannaturale. E il 27 maggio, dopo l'inaugurazione, alle ore 21 si terrà un concerto aperto al pubblico per flauto e arpa organizzato dall'Istituto Diocesano di Musica Sacra diretto dal maestro Massimo Berzolla. Protagoniste: Elisa Zilioli (flauto) e Kana Matsumoto (arpa) con musiche di Steckmest, Händel, Taki-A. Yashiro, Salzedo, Bach, Chopin, Bizet, Ibert, Hasselmas, Genin. Elisa Zilioli è una valente musicista che collabora come flauto e ottavino con varie orchestre italiane. Kana Matsumoto, nonostante la giovane età, ha al suo attivo numerosi concerti in Giappone e all'estero, anche come solista.