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Sabato 12 Aprile 2003 - Libertà

Tufano, avvolgenti lieder

In Fondazione - Applaudito concerto-lezione col soprano e la pianista Bernelich. E con Bussi bel viaggio nel regno di Brahms

Eufemia Tufano, giovane e bravissimo mezzosoprano di Salerno, non era una cantante ignota al pubblico piacentino: l'avevamo già vista e ascoltata a dicembre nel secondo cast del Tancredi di Rossini che ha aperto la stagione lirica del Municipale, e in cui Eufemia aveva dato buona prova di sé nella parte di Isaura. Ma dall'altra sera, dopo il bellissimo concerto interamente dedicato a Lieder di Brahms che l'ha vista protagonista nell'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano con Patrizia Bernelich al pianoforte, abbiamo tutti di lei ben altra opinione.
Alle prese con quel repertorio liederistico romantico che già in passato la giovane artista aveva descritto come quello a lei più caro e congeniale, la Tufano (impegnata in questi giorni al Comunale di Bologna accanto a Daniela Barcellona col Giulio Cesare di Händel nel celebrato allestimento scenico di Luca Ronconi) ha offerto una performance toccante per bravura, sensibilità e intelligenza poetica, che ha trovato una perfetta sponda nel pianismo altrettanto fine e sensitivo della Bernelich. E' stato davvero un piccolo evento da incorniciare, questo incontro sul tema I Lieder di Johannes Brahms organizzato congiuntamente, con la Fondazione, dagli Amici della Lirica e dal Circolo culturale italo-tedesco (Giorgio Fernandi e Milena Tibaldi Montenz, presidenti delle due associazioni, hanno introdotto la serata col dottor Alessandro Lunati della Fondazione). Merito, anche, dell'autorità del relatore che ha introdotto l'esibizione trasformandola in una vera e propria conferenza-concerto: il musicologo concittadino Francesco Bussi, studioso brahmsiano di statura internazionale. Dopo una stringata panoramica storica sul Lied tedesco (dalle origini medievali fino all'età aurea del Romanticismo in cui si celebra - nell'opera di Schubert, di Schumann, dello stesso Brahms, di Hugo Wolf - quell'inscindibile matrimonio fra parola e poetica e musica che costituisce il fascino impareggiabile del genere), Bussi si è soffermato - con abbondanza di aneddoti e di esempi al pianoforte - sull'ingente corpus liederistico dell'Amburghese, forte di 302 titoli pubblicati, variegatissimo nelle sue forme, indifferentemente portato ad attingere i propri testi a grandi delle lettere tedesche o a poeti di modesta levatura, fitto di sofisticate invenzioni armoniche e melodiche ma anche di rimandi e citazioni (come l'arietta dialettale austriaca che, sapientemente "trasformata", fa capolino nell'accompagnamento della celeberrima ninna nanna Wiegenlied). Delle supreme altezze artistiche raggiunte da Brahms in queste creazioni, la Tufano e la Bernelich hanno offerto la più eloquente prova sensibile: dall'umbratile malinconia di Meine Lieder all'elegia fasciata dall'avvolgente pianoforte di Heimweh II, dalla tenerezza diatonica di Wie Melodien zieht es mir alla cupezza romantica di Auf dem Kirchhofe, dal brio ungherese e gitano di quattro Zigeunerlieder (Wisst ihr, wann mein Kindchen, Lieber Gott, Röslein dreie e Kommt dir manchmal ) alla popolarissima Wiegenlied fino all'indescrivibile rapimento di Von ewiger Liebe (offerta in una resa da brividi) è stata una collana di emozioni da ricordare.

Oliviero Marchesi

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