Giovedì 10 Aprile 2003 - Libertà
"Per i nostri neo-laureati c'è lavoro entro tre mesi"
Tra le tante voci di studenti che hanno espresso dubbi sul cambiamento in atto, c'è chi riconduce le novità a pressioni esterne, forse del mondo industriale. Pressioni? "Il Politecnico non ha mai sentito nella sua storia le pressioni economiche e le pressioni politiche - reagisce il rettore Ballio - questo ci ha svantaggiato totalmente in termini di finanziamenti dallo Stato, bastava avere aiuto politico per ottenere più soldi dai ministeri, ma noi abbiamo mantenuto sempre l'indipendenza dal potere politico e dal potere economico. Riteniamo di fare l'interesse dei nostri studenti rapportandoci per conoscere il sistema economico e industriale e così formare persone appetibili al sistema del mercato. Non dimentichiamo - prosegue il rettore - che un nostro laureato in ingegneria trova lavoro in tre mesi, e che noi produciamo il venti per cento degli ingegneri italiani, Torino ne ha il dieci per cento, insieme diamo il trenta per cento degli ingegneri di questo Paese, e certo, ci assumiamo dei rischi di incomprensione, non per presunzione, ma perché pensiamo di fare gli interessi dei nostri studenti e del Paese. D'altra parte la domanda economica oggi sta virando da conoscenze allargate di sistema ad un discorso di approfondimento tecnico. E di questo va preso atto". In quanto ai progetti in corso, e ai legami rafforzati dalla neonata "Fondazione Politecnico" tra impresa e università, il rettore sottolinea quanto si va facendo a Piacenza: "Stiamo portando un corso di architettura che prima non c'era, prima c'era solo il corso di pianificazione. Questo è interessante per il discorso piacentino e dovrebbe essere varato da quest'anno. Poi abbiamo la laurea triennale in trasporti, la laurea triennale in meccanica e infine la laurea specialistica in meccanica con due orientamenti decisamente separati uno in meccanica, più tradizionale, per le macchine utensili, che è il grosso connettore piacentino e i sistemi di produzione, l'altro più orientato ai trasporti. Dobbiamo interfacciarci al mondo del lavoro, se tra dieci anni - ipotizza Ballio - Piacenza passa da macchine utensili a fabbricazioni di caldaie dovremo fare ingegneri più di meccanica "calda" che "fredda". Si tratta di attirare anche da fuori Piacenza gli allievi che poi arricchiscano il territorio".