Giovedì 10 Aprile 2003 - Libertà
Ballio: meccanica potenziata per garantire sbocchi
Le ragioni del cambiamento
Studenti al mattino, istituzioni al pomeriggio. Giornata piena quella del rettore Giulio Ballio, ieri di passaggio in Fondazione per dar garanzie alla città sulla continuità e anzi il potenziamento della presenza del Politecnico nella nostra città. Cosa è cambiato per la laurea specialistica in trasporti, perché diventa una semplice specializzazione? "Perché il mondo si trasforma. Non possiamo essere statici, dobbiamo seguire le evoluzioni del mondo per dare lavoro a persone formate per far ricerca in campi innovativi. Da sette anni fa, quando è partita Piacenza ad oggi le cose sono molto cambiante. Abbiamo delle fibre ottiche che cablano le città attraverso cui non sappiamo cosa far passare. Si passa da una società che puntava sulla tecnologia ad una società che punta sull'innovazione di prodotto. Sono messaggi che cogliamo in tempo reale, o li trasmettiamo nel percorso formativo e crediamo di fare un buon lavoro, o non lo facciamo e restiamo più in pace, ma rendendo un cattivo servizio agli studenti". Per questo avete aggiustato il tiro appena dopo tre anni? "Non abbiamo aggiustato il tiro, la laurea triennale è sufficiente per dare competenze a largo spettro su questo tema, prolungare questa esperienza totalmente interdisciplinare per altri due anni poteva essere controproducente per l'entrata nel mondo del lavoro dei nostri giovani. Così si è proposto un percorso con contenuti più ingegneristici per la laurea quinquennale". Cosa può dire agli studenti che appaiono sconcertati. "I nostri studenti sono molto seguiti e noi poniamo molta attenzione a loro. Eventuali cambiamenti devono essere accolti pensando che questa è una preparazione al loro lavoro. La mia più grande amarezza da Piacenza è l'aver ricevuto due lettere da un genitore e da un fratello di una studentessa, ma mi chiedo: persone che hanno più di 18 anni e che votano sono considerati handicappati dalle famiglie? Gli allievi devono pensare che sono privilegiati, sono mantenuti dalle famiglie e dallo Stato per studiare. Ma forse, lo ammetto, c'è stato un difetto nostro di comunicazione. C'è stata anche poca coerenza con il progetto dell'Ateneo da parte di alcuni docenti".
p.s.