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Mercoledì 25 Maggio 2005 - Libertà

"Sì ai progetti che lasciano un segno"

Dopo un anno è tornato a riunirsi alla Cappella Ducale il "parlamentino" che governa il rilancio di Piacenza. Marazzi al Comitato strategico

Si erano salutati nel maggio 2004, poi una lunghissima pausa. Ieri si sono ritrovati intorno allo stesso tavolo per raccogliere un'eredità e riaprire una finestra sul futuro di Piacenza. L'appuntamento alla Cappella Ducale di Palazzo Farnese - là dove il "Patto" era partito nel 2000 - ha visto presenti una trentina di membri del Comitato strategico, quel "parlamentino" nato a suo tempo da un lungo lavoro preparatorio e con il compito di decidere gli indirizzi generali della crescita e della valorizzazione del territorio attraverso progetti, idee condivise.
C'era, ieri, un uditore d'eccezione: Giacomo Marazzi, neopresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Nel suo saluto, Marazzi ha sottolineato la disponibilità della Fondazione sui progetti del "Patto", in armonia con i settori strategici dell'Istituto di via Sant'Eufemia. Ma una sottolineatura merita attenzione: l'orientamento a veder realizzate opere di rilievo, segni visibili e concreti a favore del territorio. "La Fondazione ha interesse a sostenere progetti che rimangano e lascino il segno, interventi strutturali, più che interventi a pioggia".
E fin d'ora riprende la fase di ascolto e di sintesi progettuale affidato al Comitato, che tornerà a riunirsi a luglio con la presentazione di un primo "dossier" di lavoro. Intanto il presidente camera, Giuseppe Parenti, annuncia che il 31 maggio si terrà un consiglio camerale incentrato sul Piano-bis.
E se il sindaco Roberto Reggi insiste sulla positività di un metodo di lavoro come quello attivato, ammette che la debolezza può risiedere nella scollatura tra decisioni assunte dal Comitato strategico e le attuazioni da parte degli enti. Ma si riparte con convinzioni più forti e partecipazione istituzionale più ampia, tentando di coinvolgere anche i semplici cittadini, a partire dai giovani. I nuovi progetti saranno di area vasta, con alleanze territoriali.
"Riconosciamo il valore del lavoro fatto fin qui" aggiunge Gian Luigi Boiardi, presidente della Provincia, ma ora occorre fare uno sforzo diverso "per immaginare quello che ancora non c'è".
Alla fine dei lavori l'assessore provinciale Alberto Borghi (Sviluppo economico) parla di una riunione "molto positiva". Presto i consigli comunali e provinciali si riuniranno a parlare del Piano. Le critiche secondo le quali lo strumento non ha dato i risultati sperati? "Le correzioni fatte ci aiuteranno ad un discorso partecipato più ampio". L'assessore comunale Ernesto Carini (Sviluppo economico) sottolinea che i due anni passati non sono andati "persi", le cose decise si sono fatte. In primis, i programmi sulla logistica sostenuti da undici miliardi di vecchie lire, i cinque laboratori per l'innovazione, il Progetto Po.
Tra i "pattisti" peschiamo qua e là qualche opinione per tastare il polso anche sulle attese: Giovanni Ambroggi (direttore Cna) si augura investimenti sui piccoli imprenditori per dare una mano a crescere, con progetti dalle basi solide. Soddisfatto Stefano Borotti, una voce a nome del sociale. "Il tema che ho proposto sul medio e lungo periodo è quello dell'incontro tra le generazioni. Perché quanto si progetta oggi sarà portato avanti da generazioni diverse dalla nostra". Giovanni Nani, presidente della Banca di Credito Cooperativo Piacentino, racconta di come a Padova si facciano tesi di laurea sul Patto piacentino. Un progetto da perseguire? Il turismo integrato.
Sandro Busca (segretario provinciale Cisl) pensa ad un sistema di protezione sociale efficace, elemento di competitività e crescita. Rileva però una lacuna grave nel Comitato Strategico: l'assenza dell'Ausl, la struttura con il bilancio maggiore del Piacentino e più di tremila dipendenti. Indispensabile che partecipi alle grandi pianificazioni per il territorio.

Patrizia Soffientini patrizia.soffientini@liberta.it

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