Lunedì 26 Maggio 2003 - Libertà
Le serve uno spazio per mostre temporanee
L'ex assessore alla cultura del Comune di Milano mercoledì terrà una conferenza in Fondazione - Intervista a Philippe Daverio, critico d'arte ed esperto di museografia. "Ricci Oddi, gioiello raro"
Una decisione sull'utilizzo dell'ex palazzo Enel deve essere una scelta convinta della città, quindi politica.
Piacenza è città ricca di storia e tradizioni culturali, di arte e fervore creativo e, in tutta la sua evoluzione, con ingegno e grandi virtù civiche ha sempre saputo valorizzare il patrimonio artistico ed architettonico. Nei prossimi mesi il dibattito, in campo specificamente museale, potrebbe riprendere vigore. Infatti, come da alcuni accreditato, l'ex palazzo Enel in via S. Franca potrebbe ospitare tutte quelle collezioni attualmente non accessibili al pubblico della galleria d'arte moderna Ricci Oddi configurandosi, quindi, come organico ampliamento di un polo museale già prestigioso, potenzialmente una "cittadella della cultura", un "sistema museale".
Ne abbiamo parlato con un profondo conoscitore del settore, Philippe Daverio, milanese d'origini alsaziane, critico d'arte ed esperto di museografia, conduttore della trasmissione televisiva "Passepartout" con, in passato, esperienze anche amministrative (assessore alla cultura del Comune di Milano) che mercoledì 28 maggio, alle 17.30, alla Fondazione di Piacenza e Vigevano terrà la conferenza "Moderno italiano, orizzonti europei: prospettive per la Ricci Oddi", serie di riflessioni e proposte per il contesto piacentino.
Visitando la galleria d'arte moderna Ricci Oddi che impressione ha avuto?
"La galleria Ricci Oddi è un gioiello raro, significativo per documentare il percorso dell'arte italiana fra Otto e Novecento fuori dai fenomeni delle avanguardie. Luoghi paragonabili sono solo la galleria Pesaro a Venezia, una parte della G.N.A.M. a Roma e, per quanto ristretta in un periodo temporale più breve, la recente fondazione Boschi a Milano. La Ricci Oddi per giunta ha la fortuna di un allestimento in un edificio apposito, anch'esso d'annata, che ne fa una collezione precisa in un ambiente perfettamente sintonico. Un viaggio nel tempo d'una cultura visiva oggi troppo poco valutata".
Per allargare la galleria Ricci Oddi l'ex palazzo Enel potrebbe essere un'occasione?
"La Ricci Oddi non ha, allo stato attuale, uno spazio per mostre temporanee. Le manca quindi una delle funzioni primarie d'un museo che voglia essere tale a tutti gli effetti, poiché le mostre temporanee sono strumento necessario alla ricerca e richiamo essenziale per attirare il pubblico con regolarità.
Che questa funzione debba essere svolta dalla spazio Enel potrebbe sembrare naturale vista la vicinanza degli edifici. Ma una decisione da prendere in tal senso deve essere conseguenza d'una scelta convinta della città, quindi politica, capace cioè di stabilire le priorità".
Fino a che punto Piacenza potrà inserirsi nel sistema museale regionale?
"Il sistema museale di domani, non regionale ma nazionale, andrà quasi sicuramente a conformarsi secondo modelli che già gran parte della vecchia Europa ha adottati, e cioè modelli che si fondano da un lato sulla specializzazione dei messaggi e dall'altro sulla dimensione numerica dei bacini d'utenza. Il bacino d'utenza si calcola in base al tempo di trasporto necessario a raggiungere le istituzioni e solitamente un bacino d'utenza diretto sta nell'area dell'ora e mezza di trasporto e un bacino per eventi d'eccezione nel cerchio delle quattro/cinque ore. Questo parametro permette di dare valori numerici di pubblico potenziale".
In generale i musei sono il prossimo traguardo culturale?
"Fino a ieri la società italiana si fondava su aggreganti di base molto solidi, l'oratorio, la cellula di partito, il circolo, il salotto. Questi aggreganti oggi si sono sciolti e gli attori che vi agivano, individui, famiglie o aziende, sono alla ricerca di nuovi luoghi di aggregazione. Le istituzioni culturali di domani, moderne e complesse, saranno chiamate a svolgere un ruolo molto importante in questa direzione in un futuro molto prossimo.
Queste istituzioni, inoltre, avranno un destino essenziale nel delineare i prossimi caratteri delle città, nel dotarle di strumenti di attrazione per circondari e nel riconvertire porzioni significative del mercato del lavoro, sia diretto che indotto. Saranno, al contempo, una necessità e una risorsa e proprio per questi motivi la scelta volta alla loro genesi, trasformazione o incremento diventa una decisione fondamentale delle politiche locali ed è proprio in ambito politico, con i necessari contributi tecnici e informativi, che tale decisione deve essere maturata".
Fabio Bianchi