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Sabato 24 Maggio 2003 - Libertà

La serata in Fondazione chiusa con le struggenti musiche ebraiche

Il 19 aprile 1943: la storia. "Un tentativo disperato di vender cara la pelle"

Il 19 aprile 1943 gli ebrei stremati ed affamati del ghetto di Varsavia insorgevano contro i loro oppressori. Una rivolta tardiva e disperata che si concluderà con la cattura e l'uccisione degli ultimi combattenti il 16 maggio 1943. Per ricordare questa pagina drammatica della storia contemporanea, si è tenuto all'auditorium della Fondazione un concerto di musiche ebraiche, preceduto da una tavola rotonda cui hanno partecipato Luciano Meir Caro, rabbino di Ferrara, Marcello Pezzetti, responsabile storico del Centro di Documentazione Ebraica contemporanea di Milano e Attilio De Re, dell'Università Cattolica di Piacenza. Se Pezzetti ha ripercorso le tappe attraverso le quali i nazisti, concentrando gli ebrei nei ghetti, avevano creato "serbatoi di persone" da liquidare poi nei campi di sterminio, il rabbino Caro si è soffermato sul significato culturale, più che militare, della rivolta di Varsavia: "Un tentativo disperato di vendere cara la pelle, certi che non si potesse più salvare la propria vita, per non restare nella memoria dei sopravvissuti come uomini portati docilmente al macello". Del Re ha infine spiegato gli adattamenti da lui eseguiti sulle musiche ispirate alla tradizione ebraica, presentate nel concerto. Il tenore Filippo Pina Castiglioni, la flautista Elena Cecconi e l'arpista Paola Devoti hanno ben introdotto il pubblico alle malinconiche, affascinanti melodie giudaiche, tra cui la struggente "Tutti mi chiamano Ziamele", di un bambino orfano a Lublino nel 1945.

(a.a.)

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