Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Giovedì 22 Maggio 2003 - Libertà

Resistenza, guerra di popolo

Presentato alla Fondazione il libro di Giulio Guderzo sulla lotta di liberazione nel Pavese. La lotta partigiana strettamente legata alla grande Storia

Prestigioso appuntamento ieri alla Fondazione di Piacenza e Vigevano con la presentazione - moderatore Pierre Racine - del corposo e documentatissimo volume "L'altra guerra. Neofascisti, tedeschi, partigiani, popolo in una provincia padana. Pavia, 1943-45" (Il Mulino, Bologna) di Giulio Guderzo, docente universitario nell'ateneo pavese ed illustre studioso che, finalmente, ha pubblicato il risultato di quasi quarant'anni di indagini condotte con mestiere e passione in archivi di mezzo mondo e sul campo, con testimonianze dirette dei protagonisti.
Potrebbe sembrare superflua un'ennesima, poderosa ricerca su tragici avvenimenti della seconda Guerra mondiale, in particolare sulla Resistenza partigiana in una tranquilla città di provincia come Pavia con territorio strategicamente poco importante, ma - ecco il grande merito del libro - premeva all'autore dimostrare come la storia locale, i sanguinosi fatti legati alla guerra partigiana, altro non siano che un tassello della grande Storia, episodio di un vastissimo affresco corale con epilogo, per molti aspetti, scontato.
La storia è concatenazione di eventi misteriosamente incastrati tra loro, inspiegabilmente allineati in una successione a volte irrazionale ed imprevedibile. Religione e Stato avevano, nei secoli passati, più o meno problematicamente convissuto; solo nel secolo XX, alla fine di quella nefasta prima Guerra mondiale che avrebbe ridisegnato i confini dell'Europa, nacque, improvvisa ed inaspettata, una pericolosa statolatria repentinamente tradottasi in bolscevismo, fascismo e nazismo, esasperazione estrema dello "Stato assoluto".
La seconda Guerra mondiale divenne, quasi necessità storica, espressione incontrollata di un sentimento da anni represso di inaudita violenza, manifestazione deleteria di una rabbia a stento contenuta, conseguenza tanto imprevista quanto drammatica del nuovo contesto continentale. Dopo l'8 settembre 1943 il crollo dello Stato italiano dimostrò quanto labili fossero i presupposti economici, sociali e politici su cui si reggeva; gli italiani, dopo anni di dittatura, dovettero procedere autonomamente, "resistere" al ritorno di Mussolini ed all'invasore tedesco. E la Resistenza, ovunque, non fu solo fenomeno armato ma, innanzitutto, guerra di popolo, rifiuto di un ordine costituito precariamente, ricerca di una perduta dignità civile come rinnovata appartenenza ad una comunità nazionale, sostegno a prigionieri alleati, solidarietà ad ebrei, rifiuto di prestare servizio di leva nella neonata Repubblica sociale italiana. Le "repubbliche partigiane" erano, infatti, portatrici sia di un'embrionale legalità statale, di un'organizzazione abbastanza articolata con referenti e contatti qualificati, americani e badogliani al sud, antifascisti al nord, sia di lotta di classe, dell'ultimo portato storico di quei feroci contrasti intestini contro gli appartenenti alla sinistra risalenti agli albori del fascismo, rigurgito di provincialismo e lotte fratricide.
Con questo libro, dunque, oltrepassamento sia dello strumentale revisionismo di sinistra che dell'intransigente neorevisionismo di destra; storia sempre più "magistra vitae", non generica opzione demagogica ma moderno e democratico confronto per un dialogo aperto, una crescita intellettuale e morale.

Fabio Bianchi

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio