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Giovedì 22 Maggio 2003 - Libertà

Minetti e Coscia: speziate sonorità

Applaudite esecuzioni dal palco del "Filo" coi brani del nuovo cd

Essenze concentrate, sogni profumati, attuali, ma senza tempo. Sono le Altre Spezie del cd di Lucia Minetti e Gianni Coscia, presentato l'altro ieri sera con un concerto al Teatro dei Filodrammatici, organizzato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Un album quasi integralmente di composizioni originali (musiche di Gianni Coscia; testi del giornalista e scrittore Saverio Paffumi), che segna un ulteriore capitolo della complicità artistica tra il fisarmonicista Coscia e la sublime voce della Minetti, con la partecipazione straordinaria di Gianluigi Trovesi al clarinetto basso e di Stefano Bertoli alle percussioni.
Un filo conduttore lega gli undici brani del disco: l'amore, raccontato sincero, senza infingimenti di sorta. Al Filo, nell'applaudito concerto di presentazione, si sono esibiti il mezzosoprano Lucia Minetti, Gianni Coscia alla fisarmonica e Stefano Bertoli alle percussioni. Un affascinate percorso alla scoperta delle soffici sonorità di Altre Spezie, scandito tra la malinconia di un brano tradizionale ebraico, Gm-Gam, e il fado portoghese di Amàlia Rodriguez. In mezzo, otto pezzi del cd.
Alcuni originali, eseguiti per la prima volta dal vivo a Volpaia nella campagna senese, riproposti in numerosi concerti in giro per l'Italia e registrati definitivamente a Villa Masiero Centenin, nell'incantevole Arquà Petrarca. Dai virtuosi vocalizzi di Tanghetti agli anni della Resistenza cui è dedicata Paletu; dal gusto lontano di Metti che ai sinuosi avvitamenti de Il rovescio dei miei versi, fino al flusso di parole di Miele Aspro. Non mancano due omaggi a successi del panorama jazzistico internazionale, come la bellissima Don't Explain di Billie Holiday e Soul Eyes di Mal Waldrom.
Culo di pasta è stata introdotta da un divertente aneddoto autobiografico: Gianni Coscia ai primi concerti scoprì che i mutandoni del suo di allora batterista (mangiatore vorace di pastasciutta) erano due sacchetti dell'Agnesi. Al Filo il pubblico ha potuto constatare che anni e anni di mestiere non hanno intaccato la profonda genuinità artistica di tutti e tre i musicisti. Incanta la straordinaria bravura di Gianni Coscia. Nonostante l'età, possiede ancora due mani incredibilmente veloci e sicure. Agili sui tasti come quelle di un ragazzino, (tanto da sorprendersene lui stesso). Il percussionista Bertoli si rivela eclettico e passionale, perfettamente a suo agio nell'improvvisazione. La splendida voce della Minetti cavalca le note con maestria. È un usignolo che si getta tra i grattacieli di un'immensa metropoli romantica. E lì fotografa le sue arie, tante sono le emozioni che l'ugola del mezzosoprano riesce a trasmettere. È curioso come un'esile ragazza riesca a caricare sulle proprie spalle l'intera platea e portarla in un viaggio tra anima e visioni, con la forza delle corde vocali. A toccare le nuvole barocche che lei stessa disegna.

Riccardo Anselmi

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