Martedì 20 Maggio 2003 - Libertà
Archivium, omaggio a Gerberto
Presentata ieri all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano il numero 24 della rivista. A mille anni dalla morte: l'abate che divenne papa
Non poteva essere che un omaggio a Gerberto, abate di Bobbio e futuro Papa Silvestro II, la principale essenza del numero 24 della prestigiosa rivista bobbiese, Archivum Bobiense, presentata ieri all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L'appuntamento cade praticamente in coincidenza con il millenario della morte dell'abate bobbiese (12 maggio 1003). All'incontro di ieri pomeriggio è intervenuto anche il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali, che ha ricordato in apertura la figura di Paolo Todde, collaboratore della rivista, scomparso nelle settoimane scorse.
Nella ventiquattresima edizione della rivista, fondata nel 1979 dal compianto Michele Tosi, Flavio G. Nuvolone, della Università di Fribourg, riprende, completa, traduce e commenta il Carmen figurato attribuito a Gerberto. Lo qualifica di copia amputata del libretto indirizzato ad Ottone II e Teofano da Bobbio verso la metà del 983. "Gerberto lo fa accompagnare dal dono di un organo idraulico, autoaccusandosi e chiedendo venia. Manifesta l'utilizzo d'un genere letterario aulico, che rivela il ricupero di schemi, concetti e simbologia conosciuti, per servire ad una visione politico-religiosa ben inserita nelle prospettive ottoniane ispirate dall'abate imperiale", spiega nel suo editoriale Flavio Nuvolone, direttore scientifico della rivista.
"In un momento di vicendevole crisi, Gerberto vuole risollevare e consolidare tanto la propria situazione che la politica dei sovrani, fornendo loro delle prospettive cristiane neocostantiniane e nel contempo sorprenderli con le proprie conoscenze scientifiche". Nella rivista non mancano altri studi, la "Minima Gerbertiana, da Piacenza a Lovanio", dove sono riuniti sette interventi tenutisi lo scorso anno a Piacenza e a Lovanio - ricorda Nuvolone. Clyde W. Brockett, della statunitense Christopher Newport University, in un semplice "cappello", segnala il genio e l'influenza di Gerberto nel campo del trivio e del quadrivio. Frank Hentschel, della Freie Universität Berlin, propone la questione del significato del termine organa nell'opera di Gerberto, "mostrandone la varietà di sfumature e l'ermeticità delle espressioni, non tutte riferentisi allo strumento musicale. Riflette poi sul ruolo della musica nelle attività e nella cultura di Gerberto, illustrando anche alcune letture preconcette, condizionate dai rispettivi contesti storico-culturali, dei passi analizzati, per richiedere analisi più attente ed oggettive", prosegue Nuvolone.
I rapporti culturali di Gerberto con la Spagna sono descritti da Karl-Werner Gümpel, Louisville University, USA. Il suo biografo, Richero di Saint-Remi, narra il soggiorno di Gerberto in Catalogna durante il quale studiò le arti del Quadrivio sotto la guida del vescovo. L'articolo esplora l'ars musica e la sua probabile tradizione nella Marca di Spagna, il contesto culturale locale (protettori, biblioteche e insegnanti), quali premesse per gli studi di Gerberto.
Un'analisi complementare è consacrata al "Ms 9088 della Biblioteca Nazionale di Madrid" e al suo contenuto gerbertiano. Mario Pampanin, Università degli Studi di Pavia, "situa l'interesse per la figura di Gerberto nel novero dei compiti assunti dalla rivista Archivum Bobiense, nell'assetto diocesano attuale, rispetto a quello che è specificamente il patrimonio culturale bobbiese", spiega Nuvolone. Inoltre, evidenzia l'importanza del congresso del 2000 e quella della pubblicazione degli Atti, con la loro presentazione a Piacenza il 24 gennaio dello scorso anno e lo sviluppo di collaborazioni preziose. Nella rivista non manca il contributo di Pierre Racine (Università Marc-Bloch di Strasburgo), il quale "analizza il procedere di Gerberto quale abate dell'abbazia imperiale di Bobbio e quale Pontefice di fronte al coevo mondo politico. Un abate riformatore, teso alla ricostituzione del patrimonio abbaziale, che si scontra con interessi particolari e "superiori", capace di una azione di ricupero nel tempo, fino al suo arcivescovato a Ravenna e all'ispirazione della politica di Ottone III.
Adesione sfumata e non incondizionata al programma ottoniano di "rinnovamento" dell'impero romano, in chiave di irradiamento cristiano e di universalità della Chiesa". Giorgio Ricasso, Università Cattolica di Milano, confronta le ragioni elogiative dell'elezione di Gerberto ad Arcivescovo di Reims, con le valutazioni scaturite nel congresso bobbiese del 2000. Da tali studi trae la conclusione che l'Abate è ben inserito nel monachesimo benedettino riformato di Cluny, che sa associarsi e poi responsabilizzare il proprio rivale Petroaldo e stabilire rapporti d'equilibrio col potere di Ottone III. Laure Chappuis Sandoz, Université de Neuchâtel, tratta del tema dell'esodo e della traversata del deserto nell'Inno V del Cathemerinon del poeta Prudenzio. "La Sandoz mostra, con brani di commento, il significato escatologico della rilettura - sottolinea Nuvolone - ed evidenzia come il disegno liturgico del Cathemerinon si ricongiunga di fatto al programma poetico d'offrire a Dio una lode perpetua. La nuova creazione poetica di Prudenzio, che si esprime con la metafora metapoetica della tessitura, permette allora già in terra la realizzazione del paradiso".
Ivo Musajo Somma, Università Cattolica di Milano, esamina quella dello Skellig Michael preso la costa occidentale d'Irlanda, dettagliando le strutture monastiche sul Picco Nord e quelle eremitiche sul Picco Sud. Riecheggiata in fonti dell'VIII e IX secolo, la fondazione potrebbe risalire al VII secolo. Nel XII secolo la comunità monastica si trasferì sulla costa del Kerry. Vengono forniti interessanti paralleli tra l'eremitaggio dello Skellig e quello del Curiasca a Bobbio. Lorenzo Tacchella (Università di Genova), parla della fondazione dell'abbazia di Precipiano, alla confluenza tra Borbera e Scrivia presso l'antica Libarna. La fa risalire, col Benedettino P. Lugano, all'azione missionaria di monaci bobiensi, rivelata da un episodio della Vita Columbani riguardante il monaco Meroveo. Giuseppe Ligato, della Society for the Study of the Crusades and the Latin East, prosegue l'analisi del mosaico della Basilica di S. Colombano in Bobbio. Questo è evidenziato come attualizzazione del ciclo biblico dei Maccabei, considerati quali precursori dei crociati.
L'opera svela pure una celebrazione del ruolo della Chiesa romana nella prima Crociata, grazie all'azione di Boemondo d'Altavilla e dei Normanni d'Italia nella battaglia d'Antiochia e nello sviluppo degli Stati latini d'Oltremare. Giorgio Daveri, di Milano, attira l'attenzione dei lettori sull'attività e la fine del proprio padre, l'avvocato Francesco Daveri, presidente del CLN di Piacenza e agente del Comando Generale CVL e del SOE britannico sotto il nome di Lorenzo Bianchi. Arrestato dalla Gestapo nel novembre 1944 è imprigionato a San Vittore e poi trasferito nel lager di sterminio di Mauthausen-Gusen II dove muore il 13 aprile 1945. I tentativi di liberazione da San Vittore falliscono, malgrado speranze e disegni che rivelano lettere e biglietti qui editi per la prima volta. Non va escluso che la sua cattura e successiva non-liberazione derivassero da un baratto organizzato per il rilascio di altra personalità di rilievo. Anche in questo numero vi sono alcuni contributi per la cronaca, con Maria Luisa Bressani Ferrero, sulla Festa Malaspiniana di Ottone, Adalgisa Bagnara Matrel e Ferdinando Algeri per informazioni e foto.
Non mancano la rassegna bibliografica e le recensioni, che anche quest'anno rendono disponibili una messe non indifferente, molto utile ai cultori di letture, ricerche e storie bobbiesi e meno. Questo numero mantiene quindi la caratteristica divulgativa di questa rivista, da un lato significativa per il mondo culturale-scientifico, dall'altro interessante per chi desidera avvicinarsi a precisi studi storici che mettono in luce l'influenza di Bobbio sulla nostra cultura.
Paolo Carini