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Sabato 17 Maggio 2003 - Libertà

Un Laboratorio di giovani per la salute

Il direttore generale dell'Ausl agli studenti piacentini: lavoriamo insieme, toglieteci da questo "isolamento". Ripa di Meana chiede proposte civiche per migliorare i servizi

Il primo fan della ricerca sulla sanità piacentina svolta dai ragazzi della Quarta B del Respighi e pubblicata nei giorni scorsi da Libertà, strano ma vero, è il direttore sanitario in persona, Francesco Ripa di Meana. Peraltro le strutture ne escono bene, la qualità ricettiva è confermata dalle parole dei due giovani portavoce: Marco Cappucciati ed Elisabetta Chiodaroli.
Elogi agli infermieri, alla pulizia, alla privacy. Ma anche la "tirata di giacca" su aspetti meno felici (dimissioni sbrigative, orari di visita poco elastici, carenza di dialogo con i medici) non scompone il direttore sanitario, che apprezza lo sguardo senza pregiudizi degli studenti e dal palco della Fondazione rilancia: "Costruiamo un laboratorio di giovani sulla salute, che affronti temi specifici, toglieteci dal nostro isolamento, entrate nelle strutture".
Il direttore - molto favorevolmente impressionato dal dossier Voci di qualità che ha raccolto i complimenti generali - sembra aprire le porte anche alla sollecitazione di un percorso partecipato aperto agli adulti per il miglioramento dei servizi. Si chiama Audit civico la proposta rivolta all'Ausl piacentina di Alessio Terzi (responsabile nazionale di Cittadinanzattiva, Tribunale Diritti del Malato, esperto di verifica sulle strutture ospedaliere). L'Audit civico, già avviato in dodici Ausl, consiste in una indagine civica di verifica delle strutture sanitarie da parte della cittadinanza per valutare i servizi ed esprimere un giudizio.
"Rimettiamo il cittadino, il malato, al centro della sanità, diamogli qualche potere sui servizi" raccomanda Terzi, che a Roma negli Anni 80 e poi a Torino contribuì alla stesura delle prime carte dei diritti del malato ("e passammo dall'emarginazione pura a cittadini che dialogavano e all'occorrenza litigavano con il sistema").
Ecco il primo risultato concreto di una mattinata che ha ripercorso le tappe della ricerca dei ragazzi in quattro reparti ospedalieri (ostetricia, nefrologia, geriatria e neurologia) e in due strutture ("Vittorio Emanuele" e Centro rieducativo di Villanova d'Arda). Un lavoro tra i primi in Italia nel suo genere, guidato scientificamente dal ricercatore Giuseppe Magistrali, con un'attenzione forte ai valori "psicologici e relazionali" che si percepiscono nelle strutture.
A sostenere l'impresa anche il Tribunale dei Diritti del Malato piacentino, rappresentato da Anna Maria Pagani, mentre positive sono state le reazioni dei primariati, come è emerso dal dibattito moderato dal direttore di Libertà, Gaetano Rizzuto.
Ripa di Meana non si sottrae alle critiche e dove può risponde. Le lentezze degli esami? "Inaugureremo il nuovo laboratorio, ma già ora ci si mette meno tempo". Il rapporto con il territorio? "E' necessario coinvolgere nelle inchieste anche i medici di base". La struttura dell'ospedale non sempre adeguata? "Quando lo vidi la prima volta - racconta - rimasi molto deluso, sembrava un castello asserragliato tra mura, con quello stradino piccolo di Cantone del Cristo e quell' "astronave" del polichirurgico con camere più piccole dei corridoi e terrazzi inagibili, non progettata con l'occhio del paziente...". Ben vengano anche le sollecitazioni a migliorare la dieta ospedaliera, quella minestrina poco gradita, ("non si mangia salato in ospedale, ma i piacentini vorrebbero la loro coppa e i tortelli"). Gli orari di visita poco flessibili? "Studieremo un modo per lasciare entrare i parenti tutte le volte che non creano impicci a chi lavora per il bene del paziente".

Patrizia Soffientini

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