Martedì 5 Luglio 2005 - Libertà
Arquato Jazz - Conclusione brillante per la rassegna
Da ieri il cd viene distribuito in edicola con "Libertà". Sugar Kitty, una big band infuocata. Standard e canzoni piacentine "tradotte" da Parmigiani
Conclusione tutta piacentina (o meglio, piasinteina) a Castell'Arquato, per prima edizione di Arquato Jazz, festival organizzato dall'amministrazione comunale in collaborazione con il Piacenza Jazz Club e la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Con un programma dedicato alla tradizione musicale delle nostre terre rivisitata in versione jazz la New Sugar Kitty Big Band fondata e diretta dal maestro Giuseppe Parmigiani ha idealmente gettato un lunghissimo ponte che ha unito le lontane sponde del Mississippi a quelle… dell'Arda, del Po, del Trebbia e dei tanti torrenti che attraversano la nostra bella provincia. La serata, introdotta dai saluti e dai ringraziamenti del sindaco di Castell'Arquato Alberto Fermi, che ha anticipato, insieme a Gianni Azzali, che il prossimo anno la rassegna durerà 10 giorni anziché una settimana, scorre via piacevolissima con una carrellata di brani tratti dal cd From Piacenza with love (sottotitolo: T'al dig in… swing) prodotto da Editoriale Libertà, che da ieri è distribuito insieme al quotidiano Libertà. Quando la New Sugar Kitty Big Band inizia a suonare si capisce quanta fatica dev'essere costata la realizzazione di questo progetto al maestro Parmigiani, deus ex machina della SKB (arrangiatore, direttore, orchestrale e solista con il sax alto e soprano). Rivestiti con sgargianti abiti jazz, con titoli rigorosamente tradotti in inglese (non senza un pizzico di ironia) le nostre canzoni dialettali sembravano arrivare direttamente da New Orleans, come se un piasintein dal sass, trapiantato nella patria del jazz, si fosse immedesimato nel sound locale senza però dimenticare le proprie origini. Così T'al dig in piasintein diventa un piacevolissimo swing dixieland (Let me tell you) targato anni trenta; Castell'Arquà si trasforma in bossanova (Arquato Castle), mentre Scusalein russ è una trascinante samba brasiliana (O Aventalzinho). Ma la band di Parmigiani non si ferma qui, regalando alla folta platea altre chicche: da Verdi and blue - progetto ideato per il centenario verdiano - ecco tre belle trasposizioni della Marcia trionfale dell'Aida, dell'Ouverture da La forza del destino e dell'aria Addio del passato da La Traviata. Brani in cui Giuseppe Parmigiani emerge anche come ottimo solista. In questo, però, il Maestro non è del tutto "solo": a fargli buona compagnia ci sono musicisti del calibro di Gianni Azzali (impareggiabile con il sax soprano e il flauto traverso) e la fantastica tromba di Andrea Tofanelli (guest star della serata), che durante tutto il concerto si rendono acclamati protagonisti di strepitosi assoli da brivido. Punte di diamante, certo, ma anche la struttura sulla quale sono incastonate queste gemme non è da poco: la New Sugar Kitty Big Band esibisce una sonorità brillante, calda e compatta davvero invidiabile, altro segno del grande lavoro "dietro le quinte" di Parmigiani. Tratte poi dalla commedia musicale Oh, che ratassada altre due belle canzoni, seguite da jazz standard come My funny Valentine (con la bella voce solista di Consuelo Amici) e Pennsylvania 6-5.000. Conclusione tra scroscianti applausi, non prima di altri omaggi alla piacentinità con La me siguleina (My little onion), Vuris ditt pianein pianein (Softly, softly), La piasinteina (The girl from Piacenza), The river and the bridge (dedicata al Ponte Gobbo di Bobbio) e In my Castle (omaggio a Castel San Giovanni, città natale di Parmigiani). Bravo Maestro, davvero un gran bel lavür.
Mauro Bardelli