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Mercoledì 14 Maggio 2003 - Libertà

Il senatore Alberto Spigaroli spiega quanto è stato fatto e i progetti futuri

Il punto. "Restaurare non basta, occorre mantenere"

"Restaurare non basta. Occorre anche un impegno costante per la manutenzione, da programmare con interventi periodici, continuati nel tempo". Alberto Spigaroli, presidente dell'Ente per il restauro di Palazzo Farnese e delle mura farnesiane, da quasi un decennio si sta dedicando, in particolare, alla salvaguardia della cinta muraria cittadina e dei suoi bastioni, senza comunque trascurare la valorizzazione della residenza farnesiana e delle sue raccolte. Nel convegno di venerdì 16 maggio alla Cappella Ducale di Palazzo Farnese il senatore Spigaroli spiegherà come è stato avviato negli ultimi anni il recupero delle mura farnesiane. Era il 1995 e la stagione dei grandi restauri di Palazzo Farnese era ormai conclusa. "Si determinò un forte interesse - ricorda Spigaroli - nei confronti del tema delle fortificazioni cittadine, per vari motivi". Da una parte l'attenzione alle previsioni del piano regolatore riguardo l'area delle mura, dall'altra convegni di approfondimento presso la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Poi l'invito, accolto calorosamente dai piacentini, chiamati a pulire le mura. "Poco tempo dopo, l'amministrazione Vaciago promosse un intervento di pulitura radicale nei pressi di porta Borghetto e, anche accogliendo sollecitazioni della stampa, l'Ente per il restauro di Palazzo Farnese ritenne opportuno intervenire, cercando di ottenere fondi ministeriali". Tra i finanziamenti più consistenti, i 4 miliardi e 800 milioni di lire per il restauro del bastione Borghetto. Sempre in lire, perché stanziati prima dell'entrata in vigore dell'euro, i 2 miliardi e 800 milioni che verranno investiti per il recupero dei bastioni S. Giovanni, S. Giacomo e Trinità, all'interno dell'ex-arsenale (oggi Polo di mantenimento pesante nord). "In entrambi i casi - spiega il senatore - si tratta di somme assegnate grazie ai proventi del gioco del lotto ed inserite nel capitolo che riguarda i beni di proprietà dello Stato. Solo alcuni bastioni sono ancora demaniali, mentre la restante cerchia muraria è comunale". Il progetto per il restauro dei tre bastioni superstiti, dopo la demolizione del castello nel 1859, considerato simbolo dell'oppressione austriaca, è già stato redatto da architetti della Soprintendenza. "I lavori non sono però ancora stati appaltati, perché dalla direzione generale del ministero della Difesa non è ancora pervenuta l'autorizzazione ad abbattere i capannoni appoggiati alle antiche fortificazioni. Speriamo possa arrivare presto, per non rischiare di perdere i finanziamenti". Un altro intervento, per circa 206mila euro, si occuperà di completare il risanamento e la liberazione dalla vegetazione infestante del tratto di mura tra i bastioni Borghetto e Campagna. "La situazione è oggi di notevolissimo degrado. Certo, poi occorrerà un impegno costante di manutenzione da parte del Comune. Se eseguiti periodicamente, sono oltretutto lavori a costo contenuto".

An. Ans.

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